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Fino all’ultimo respiro
Chi sono e a che cosa servono gli alberi monumentali Avete presente la sfrontatezza di quel ragazzaccio di Jean Paul Belmondo nel film francese “À bout de souffle”? Anche noi, in Italia, possiamo vantare ragazzacci sfrontati che attraversano la vita a muso duro. Non hanno timore di tempeste, canicola, umidità e ogni altro eccesso climatico (anche di quelli recenti e cattivi), come se lo scopo unico fosse, appunto, vivere inarrestabilmente.I nostri ragazzacci, però, molto più furbamente di Belmondo nel film, si assicurano una vita lunghissima, proprio perché scelgono di piegarsi per non spezzarsi e affrontano quel che capita negli anni con una dose molto robusta di autoconservazione. Questa invidiabile capacità di cadere e rialzarsi si chiama scientificamente resilienza. Parola abusata…
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Dalla casa alla città
A partire da marzo, 4 serate-evento sui temi dell’abitare. Viva Magenta. Non è solo il nome del colore dell’anno scelto dall’autorevole Istituto del colore Pantone per il 2023 (“Una tonalità non convenzionale per un tempo non convenzionale”): se pronunciate con enfasi queste due parole diventano un omaggio per la città che, se ha certamente dato il nome ad uno dei tre colori primari, è anche il luogo che, dal prossimo 10 marzo e fino al 20 aprile, ospiterà a scadenza quindicinale una rassegna sul tema dell’abitare contemporaneo.Folderonline, in occasione del suo secondo compleanno, in partnership con Gruppocasa, da oltre 40 anni presente sul territorio e nella metropoli lombarda, e con Tutela immobili (gestione patrimoni immobiliari) promuove una serie di “conversazioni”…
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Che cosa fanno le piante in inverno?
Le piante guardate in faccia Inizio senza eleganza e parlo di me. Io detesto l’inverno. Non capisco le giornate corte e buie, mi adeguo al freddo ma non ci ho mai fatto amicizia. Rimango una persona estiva, anche in queste estati impossibili. Prometto, però, che qui vi dirò le cose come stanno, relativamente all’utilità indiscutibile dell’avvicendarsi delle quattro stagioni, tra cui c’è pure lui.Il primo pregio dell’inverno è che ci accompagna verso la primavera, un po’ come il valzer dei fiori di Tchaikovsky che inizia innevato e sommesso con i fiati, si prepara al risveglio con la delicatezza dell’arpa e culmina con l’energia commovente degli archi che fanno sbocciare la vita.Una foresta di abeti in inverno è lenta, buia e…
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Natura senza paura: i Giardini di Castel Trauttmansdorff
Nulla è come sembra. A lato della strada c’è un grande spazio in terra battuta, senza segni che indichino dove parcheggiare, solo siepi sempreverdi a mettere un po’ d’ordine. Sui declivi intorno, vigneti, alberi, arbusti e fioriture. Abituata a condizioni scomode e costose, qui, dove non ci sono obblighi, voglio parcheggiare al meglio, senza sprecare lo spazio libero che, peraltro, è molto. Scendo dall’auto, mi lascio alle spalle i terrazzamenti coltivati e capisco che c’è un altro parcheggio grande e molto più vicino alla mia meta. Mi incammino su un piccolo ponte pedonale dalle proporzioni perfette e osservo questo secondo parcheggio che sta di sotto. Nelle zone carrabili e comuni c’è una tipica pavimentazione da esterno, ma lo spazio per…
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Il belvedere e la brughiera
Luoghi tra frastuono e romanzo Quando a Milano si dice “Ho fatto Laaotto”, non serve aggiungere altro, perché tutti sanno che si è percorsa la A8, l’autostrada Milano-Laghi. Traffico senza soluzione, meta numero uno l’aeroporto di Malpensa e, per i più fortunati, la promessa del lago Maggiore che verrà. Come sempre, però, i luoghi comuni ci portano, appunto, solo in luoghi comuni. E io, che da Milano percorro Laaotto fin da poco prima di nascere (e non scherzo), vorrei che questa volta deviassimo dai soliti itinerari, prendendo l’uscita Busto Arsizio-Oleggio, verso il Parco del Ticino. Questo grande parco segue l’andamento del fiume Ticino che a sud bagna la provincia di Pavia e, risalendo, quella di Milano. Ancora più a nord…
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Il Gioiello
La natura e la sua storia Scrivere che a Padova c’è un solo gioiello non è generoso. Questa è una città a misura d’uomo e te ne accorgi appena arrivi, perché ti accolgono i portici con quella loro aria giovane, da duecentesca città universitaria quale ancora è. Anche in Prato della Valle c’è un’aria libera e frizzante, gelati, aperitivi, bancarelle, studenti sdraiati e pattinatori; un’isola centrale circondata dall’acqua e un’ottantina di statue che dal Settecento ci ricordano che questa è comunque una città d’arte. A un passo da lì, la basilica di Sant’Antonio che, anche con il suo incessante turismo religioso, ci permette di trovare raccoglimento e pace nei due chiostri. Basterebbe già questo per dire che Padova vale la…
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Il labirinto della Masone
Andiamo, quindi, in provincia di Parma, a sud di Fontanellato (dove un castello ci ricorda i fasti del Ducato di Parma e Piacenza), perché da quelle parti c’è il labirinto della Masone che, visto dall’alto, è una stella a otto punte perfettamente disegnata.
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Le mele d’oro del grande lago.
Quando il clima detta davvero le regole costruttive. C’è un grande lago italiano sulle cui rive si trovano alberi di mele d’oro portati dalla Liguria, dai frati francescani nel Duecento. Mele d’oro che sono “…uno spettacolo di ricchezza e di grazia…”, questo scriveva Goethe, ammirandole.Già nel Settecento, sul grande lago, comincia la coltivazione a livello commerciale di queste mele d’oro che venivano esportate in Germania, in Polonia e pure in Russia, tra mille peripezie, perché la sopravvivenza durante il trasporto era minacciata dal clima molto rigido. Nell’Ottocento si costituisce addirittura una società per raccogliere il lavoro di tanti piccoli coltivatori che contribuiscono a produrre una grande quantità di frutti, circa 5-6 milioni all’anno.Di tutto questo oggi rimane poco, perché nel…