Interviste
interviste di folderonline a: artisti, designers e architetti
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Essere Interior Designer (parte prima).
a cura di Alessandro Marchelli Una passione che emerge dirompente nella lettera che ci ha inviato Alessandro Marchelli. È una scelta, un modo di essere, uno stile di vita: noi non facciamo gli Interior Designers (e i Designers), noi siamo Interior Designers (e Designers). “Nel momento in cui riesci a fermare la mente di chi guarda e riesci a fargli dire “questo non me l’aspettavo”, in quel preciso istante gli hai spaccato la monotonia del quotidiano. Ed è lì che sai di avere realizzato qualcosa di straordinario”. (Dante O. Benini). La nostra forza è la creatività, l’intelligenza artistica, l’emotività dell’insolito; è il vivere di regole “non scritte” che definiscono il gusto, il bello, lo stile e che entrano nella definizione…
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Luca Papini: il design come scelta.
a cura di Annamaria Cassani Poliedrico e multitasking, il designer bresciano ci racconta la sua “ricerca di poesia”. Una “solida (e serena) consapevolezza”: è il filo conduttore che ho percepito percorrere le risposte di Luca Papini durante la nostra conversazione.Ora, si può ben immaginare che respirare quotidianamente la splendida atmosfera lacustre del Verbano, dove il designer vive e lavora, può probabilmente spiegare la lucida tranquillità con cui parla dei suoi progetti e dello sguardo che dedica al mondo del design.Voglio invece azzardare che la robusta consapevolezza che traspare dai suoi racconti, con riferimento alle sfaccettature della professione intrapresa, sia frutto anche di scelte impegnative ed in controtendenza, operate al fine di assecondare natura, aspirazioni personali ed affetti.Classe 1975, Luca Papini…
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Esotismi appassionati.
a cura di Alessandra Corradini Un giardiniere tra le palme e il lago. Qualche mese fa in Instagram parlavo degli stipendi italiani dei paesaggisti e del fatto che tutto il settore del verde in Italia non è riconosciuto.Mi arriva un messaggio da una persona che non conosco e che inizia così: “Mi piange il cuore…”. L’autore era Samuele Storari, giardiniere trentacinquenne veronese che da qualche anno ha deciso di trasferirsi a Zurigo.Da quel momento inizia tra noi un confronto che mi ha permesso di conoscere il suo lavoro e le sue passioni. E adesso mettetevi comodi, perché l’intervista è scomoda. Alessandra CorradiniSamuele, perché ti trovi a Zurigo? Samuele StorariHo causalmente conosciuto una ragazza di Zurigo e, frequentandola, ho conosciuto una città…
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Francesca Della Toffola: la poesia diventa immagine.
a cura di Annamaria Cassani Parliamo dell’autoritratto nella fotografia contemporanea con l’artista trevisana. In quel lontano sabato pomeriggio mi ero presentata impreparata, come del resto capitava sistematicamente visitando le mostre di artisti contemporanei ai quali mi approcciavo per la prima volta: preferivo avere un’impressione del tutto personale, scaturita dalle sensazioni del momento, scevra dall’influenza che poteva derivarmi da una preventiva lettura di testi critici. Era il febbraio 2012 e si trattava di un’esposizione collettiva di fotografia presso Villa Pomini, a Castellanza, nel varesotto. È in quella occasione che ho conosciuto il lavoro di Francesca Della Toffola: una vera e propria folgorazione sulla via di Damasco che, tuttavia, non ha avuto su di me l’effetto di una conversione alla pratica (verso…
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Restiamo in cucina?
Un incontro con il designer Michele Marcon per parlare di un ambiente che è stato, è, (rimarrà?) sempre il fulcro della casa. Nello scorso novembre, nella suggestiva cornice milanese dell’ex chiesa del Cristo Re trasformata in hotel, abbiamo assistito ad un interessante convegno organizzato da Ambiente Cucina, Gruppo Tecniche Nuove, avente come tema “La Cucina Sostenibile”. Gli approfondimenti, svolti a cura di varie figure del settore (imprenditori, designers, istituzioni, associazioni e tecnici), sono stati preceduti dalla presentazione dei risultati di una ricerca condotta dalla società GfK Italia nei primi 9 mesi del 2022 e avente come oggetto la propensione al consumo degli italiani rispetto alle tematiche al centro del convegno.Le conclusioni della ricerca hanno fatto emergere alcuni dati: in generale…
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Monica Zucchelli: la cura del disegno, il disegno come cura.
“Mi piace disegnare per progetti che parlino di entusiasmo e di futuro” M.Z. Accade sempre così. Ogni volta che incontro una persona per la prima volta succede che, ascoltandone i racconti, mi si proietti nella mente un film, una sequenza di fotogrammi verosimili che nasce istantaneamente, di pari passo col procedere della narrazione di coloro che fino a poco prima rappresentavano per me dei “perfetti sconosciuti”.E più avanti, ritornando col pensiero all’incontro, mi risulta facile svolgere la “pellicola” che mi sono costruita per consolidarne il ricordo.Nel caso di Monica Zucchelli, affermata interior designer lodigiana, il film inizia con una giovane donna nata e cresciuta in un tranquillo capoluogo di provincia e che, terminati gli studi istituzionali e acquisite le specializzazioni…
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Ri-cominciamo dai Sessanta?
Un tuffo nel passato per comprendere meglio il presente: Francesco Lucchese ci racconta il nostro decennio pionieristico. Protagonisti gli anni ‘60 del Novecento: lo studio Lucchesedesign in partnership con Ghidini e Tecnomat ha presentato, lo scorso 31 gennaio all’ADI Design Museum di Milano, l’evento “RE>DESIGN 1960-2023. Metamorfosi di una farfalla”.L’occasione è stata la riedizione, con restyling, della maniglia Farfalla di Ghidini, prodotto storico ed icona negli anni ’60, ampiamente presente nelle abitazioni di quel periodo.Ed è proprio a quel decennio che l’architetto e designer Francesco Lucchese, in collaborazione con l’architetto Eugenia Laghezza, ha dedicato il libro “Gli Anni ’60. Design Musica Arte Moda Cinema Grafica”, ufficialmente presentato nel corso dell’evento.Racconta lo stesso Lucchese “Non è un semplice libro di storia…
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Uto Balmoral: rinascere ogni giorno
Un incontro sui generis per parlare (anche) di design. Uto Balmoral non si può vedere, non si può ascoltare, non si può abbracciare: di lui non si può percepire neanche il profumo. Qui la pandemia non c’entra, siamo in un altro mondo. Sì, perché Uto Balmoral non esiste, è un personaggio di pura invenzione: è un progetto di design che progetta oggetti di design e che afferma di non credere nel design.Siamo in un ginepraio? No! Se mi si chiedesse di dare una rappresentazione grafica di Uto Balmoral sceglierei il celeberrimo disegno di Escher, Drawing Hands: una mano che disegna su un foglio di carta un’altra mano che, a sua volta, sta disegnando la prima mano. E se mi si…
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Luisa Bocchietto: (progettare) meno oggetti e più soluzioni
È ciò che l’esperienza internazionale dell’architetto biellese suggerisce con forza per l’immediato futuro del design italiano. E non solo. Dialogare con Luisa Bocchietto è stato sorprendente: non saprei restituire con un’altra parola il privilegio e le sensazioni provate nell’essere di fronte ad un architetto che ha ricoperto le più prestigiose cariche istituzionali in campo professionale e contemporaneamente avere, con lei, la percezione di condividere numerosi punti in comune: interessi che s’allargano oltre gli anni accademici che ci hanno visto frequentare, nello stesso periodo, il Politecnico di Milano; oppure “ritrovarsi” con uguali aspirazioni in una formazione classica ed autonoma, non sollecitata o tramandata per legami o eredità, e poi intraprendere percorsi e scelte professionali dettate da esigenze familiari che l’hanno portata…
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Paolo Rava: “il meno per più”.
Intervenire caso per caso e luogo per luogo: è il principio della sostenibilità mediterranea. Nel 2015 l’AESS, l’Agenzia per l’Energia e lo Sviluppo Sostenibile di Modena, assegna il Premio Sostenibilità per la categoria ristrutturazione/restauro al progetto di restauro scientifico dell’ex refettorio del convento aggregato alla chiesa di Sant’Ilario, a Faenza, risalente al XVII secolo: si intuisce, leggendo le motivazioni della giuria, che a far da contraltare a talune perplessità circa la reale efficienza e sostenibilità prospettate da tanti progettisti, il lavoro curato da Paolo Rava A+4 Studio è apparso, invece, oltremodo convincente. E lo dichiara la stessa motivazione del Premio: “…il risultato di una progettazione edificio-impianto estremamente accurata e dettagliata”. E’ proprio dalle stanze di questo edificio storico, attualmente utilizzate…