Una casa passiva in mezzo ai boschi
In Canada una coppia di creativi decide di vivere e lavorare immersa nella natura.
Dire Quebec significa parlare di quella regione del Canada tra la penisola di Terranova e lâOntario, grande sei volte lâItalia, dove la foresta sub-artica riveste un ruolo primario e la varietĂ della flora diviene preziosa risorsa: un ecosistema equilibrato e diversificato tra conifere, abeti, pini grigi, larici ed aceri neri e rossi in cui immergersi per ritrovare un silenzio che allontana dallâ incessante brusio delle cittĂ .
Ă in questo scenario che una scrittrice ed un fotografo/musicista hanno chiesto che venisse progettata la loro dimora, uno spazio per abitare e contemporaneamente lavorare, separatamente, con lâindispensabile concentrazione, in una dimensione di ricercato isolamento.
Il compito è stato affidato allâarchitetto canadese Nicholas Francoeur che ha firmato il progetto denominato âAtelier Câ: una casa a basso consumo energetico, dove la presenza di spazi di lavoro, necessariamente indipendenti, non pregiudica nè lâintegrazione con quelli residenziali nĂŠ la qualitĂ della vita dei suoi abitanti.
Commenta a tal proposito il progettista: âDai soffitti a varie altezze ai laboratori di musica e scrittura pensati come spazi aperti, quasi di passaggio, e non come stanze chiuse. Dai continui contrasti di colore e di materiale, alla stanza da bagno con luci teatrali e unâatmosfera cavernosa, come fosse un antro del benessere: tutto in questa casa è pensato per stimolare la creativitĂ , ma anche per dare lâimpressione a chi la abita di essere al contempo da solo e in compagnia. Câè unâatmosfera unicaâ.
âAteleir Câ si presenta con volumi essenziali, puri, e si sviluppa secondo un disegno planimetrico ad âLâ che distribuisce una generosa superficie di circa 320 mq, necessaria per la doppia destinazione. La casa è stata costruita interamente in legno multistrato e particolare attenzione è stata posta ai sistemi di isolamento termico dato che a queste latitudini in inverno le temperature possono scendere anche di 20 gradi sotto lo zero.
Il tetto, ventilato e con manto di copertura in lamiera grecata, ha un andamento ad unâunica falda – un must dettato dai proprietari- ed è sicuramente adatto alle copiose nevicate tipiche del periodo che va da ottobre a marzo.
Il rivestimento delle facciate è in cedro carbonizzato secondo lâantica tecnica giapponese âShou Sugi Banâ che consente al legno di abbattere lo scambio di umiditĂ con l’esterno, evitando la formazione delle muffe e delle naturali deformazioni, oltre a non offrire passaggi per lâacqua e nutrimento per gli insetti.
Al colore molto scuro del rivestimento esterno fanno contrasto i soffitti interni in pioppo bianco – posti ad altezze variabili tra i 2 e i 4,5 metri per offrire differenti sensazioni spaziali – e gli ambienti molto luminosi dovuti alla presenza, sul lato esposto a sud, di grandi superfici vetrate. Sul fronte nord alte finestre rettangolari sembrano disegnare un colonnato dando la sorprendente impressione, a chi vi abita, di essere immersi nel bosco circostante.
Se gli ambienti dedicati al lavoro realizzano una necessaria separazione, la cucina è stata concepita come il luogo della comunione e della convivialità : è il cuore di questa casa.
Organizzata con basi e colonne su tre lati con unâisola centrale, lâampio locale riporta le medesime tonalitĂ cromatiche utilizzate per lâesterno: una laccatura scura per il legno dei pannelli frontali della composizione (firmata dallâazienda canadese Hauteur dâHomme) e piani nero antracite dalle eccellenti prestazioni tecniche in Lapitec, orgoglio italiano dellâ omonima azienda trevigiana Lapitec S.p.A.
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