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Design

Spazio al riuso (non solo riciclo).

È questo uno dei temi che Mario Cucinella ha posto con la sua installazione al Salone del Mobile.

La 60° edizione del Salone del Mobile ha ospitato, nello spazio S. Project, l’installazione DESIGN WITH NATURE, sviluppata con la collaborazione dell’architetto Mario Cucinella che ne ha curato il progetto: la presentazione, avvenuta attraverso la proiezione d’immagini renderizzate durante la conferenza stampa del marzo scorso, ha creato un clima di attesa per l’installazione concepita in perfetta coerenza con quel percorso che Mario Cucinella, insieme al suo team internazionale di progettazione, da anni esplora con l’obiettivo di costruire e diffondere una cultura della sostenibilità.
Cogliamo l’occasione della visita per documentare l’installazione che si è snodata lungo i 1400 mq del padiglione 15 del quartiere espositivo Fiera Milano Rho – un grande tavolo espositivo dall’andamento curvilineo a rappresentare l’ecosistema terrestre – accompagnandola con una sintesi dei punti programmatici preannunciati dall’architetto nel corso della presentazione.

1)  Il design deve essere “per necessità” legato alla Natura. È questa ferma convinzione che ha suggerito il nome dell’installazione: DESIGN WITH NATURE, il racconto di un nuovo modello di sviluppo per un Pianeta che ci sta comunicando quanto velocemente le risorse che possiede si stanno esaurendo.
2) Le parole sono importanti. Non si deve abusare del termine “sostenibilità”, perché non ci sono altri termini che possano efficacemente esprimere la necessità e l’urgenza di “sostenere il nostro Pianeta”.
4) Tre sono i temi scelti per illustrare il racconto sviluppato attraverso l’installazione: TRANSIZIONE ECOLOGICA, HOUSING EVOLUTION e URBAN MINING.
5) TRANSIZIONE ECOLOGICA. Confusa spesso con la “transizione tecnologica” è invece sulla parola “ecologia” che deve focalizzarsi l’attenzione, prendendo la “materia” come imprescindibile punto di riferimento.
6) HOUSING EVOLUTION. Negli ultimi due anni il tema della casa ha dominato il dibattito culturale. È stato chiesto agli architetti di misurarsi anche su proiezioni future riguardo alle città e al loro destino e funzione. Si è parlato della “Città dei 15 minuti”, un modello residenziale inaugurato da Parigi che però sembra meglio adattarsi ad alcune realtà italiane piuttosto che alla metropoli francese.

Il mondo digitale, entrato nella quotidianità delle persone, induce a pensare che forse è venuto meno quel paradigma sociale che vedeva nella città la rigida distinzione tra luoghi di lavoro, di residenza e di svago. Lo Smart Working ha reso più labili i confini tra queste entità e funzioni, al punto che forse si potrebbe sostenere che “la casa è anche la città”, perché nelle abitazioni, grazie alla tecnologia digitale, si potranno simultaneamente fare tante cose diverse, impensabili prima. La pandemia ha reso tangibili fenomeni che in realtà erano già sul tavolo del dibattito: l’idea della casa, del quartiere e di come in generale di possano vivere le città in una dimensione più prossima.
7) URBAN MINING. La città è una miniera. I risultati di alcune ricerche hanno richiamato l’attenzione su un dato: il peso di quanto gli individui hanno realizzato, costruito e trasformato per loro uso è superiore alla massa di tutti gli organismi viventi sul pianeta. È pertanto indispensabile entrare nell’ottica di una sostanziale diminuzione dell’impiego delle materie privilegiandone il riutilizzo ed innescare una svolta verso un sempre maggior richiamo a materiali che provengono dalle filiere naturali.

8) Lavorare con materiali che non siano derivati dal petrolio. E’ questa la vera transizione: occorre prendere coscienza che si dovrà, con i dovuti tempi, abbandonare un’era e una mentalità per aprirne un’altra caratterizzata da “una nuova amicizia con la Natura”, un rapporto fraterno perso negli ultimi 200 anni. Alcune aziende si sono già specializzate, per esempio, nella realizzazione di manufatti utilizzando squame di pesci, cellulosa del mango e del bambù o sfruttando l’argilla e il cotone: sono tutti i materiali che riportano a considerare la Natura come risorsa ma soprattutto non dimenticando che anche i suoi “scarti” sono oltremodo preziosi, riusabili con i migliori intendimenti possibili.
9) E’ all’interno del Salone del Mobile che si è posta al centro del dibattito la sostenibilità: mai come in questo luogo e in questo tempo che si possono aprire occasioni per la realizzare una “DIPLOMAZIA GREEN”, un gruppo di persone nel mondo che puntino a lavorare su questi temi perché, per la prima volta nella storia dell’umanità, sta accadendo che gli argomenti che accomunano le nazioni non siano più unicamente quelli legati ai rapporti di mercato, alle singole convenienze, ma quelli incentrati sulla qualità della vita delle persone.
L’installazione di Cucinella è stata definita “UN ORGANISMO COLLETTIVO” e se ne comprende la ragione: è composta con diversi elementi riuniti in occasione del Salone per poi essere nuovamente divisi e destinati a nuove singole locations: un’aula, una piccola biblioteca per la scuola, un’area per le mostre, un piccolo auditorium, un bar, un laboratorio.
L’ organismo è stato concepito per lanciare un messaggio forte: non solo “riciclo” ma anche “riuso”.
Dice Cucinella: “La cosa paradossale di questo momento è che noi tutti siamo coscienti di quello che è il problema e siamo ancora più colpevoli per il fatto che lo sappiamo. Adesso è venuto il momento di agire”.


s f o g l i a l a g a l l e r i a 

a cura della 
Redazione
guest
MARIO CUCINELLA
architetto
Bologna – Milano
📞 +39 0516313381
Immagini
Courtesy Salone del Mobile – Milano


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