Eclettismo ai piedi delle Alpi
Un felice connubio tra progettista e committente
dà vita ad un appartamento “tagliato a misura di proprietario”.
Giorgio De Chirico diceva di lei che “è la città più profonda, più enigmatica, più inquietante, non d’Italia ma del mondo”, Nietzsche la descrive di una “meravigliosa limpidezza, colori d’autunno, uno squisito senso di benessere diffuso su tutte le cose”, mentre per Italo Calvino “è una città che invita al rigore, alla linearità, allo stile”: parliamo di Torino, “abbracciata da un orizzonte alpino, che sembra un ibrido tra Parigi e New York”, come ebbe a scrivere il Financial Times.
L’ex capitale del Regno d’Italia conserva intatto un fascino composto, non ostentato, con le sue grandi piazze e gli importanti palazzi costruiti durante il regno sabaudo.
Su questo panorama vi sono quattro edifici che letteralmente emergono dallo skyline: l’ottocentesca Mole Antonelliana, simbolo della città, i più recenti grattacieli direzionali progettati da Massimiliano Fuksas e Renzo Piano, e affacciata su Piazza Castello, la Torre Littoria costruita tra il 1933 e il 1934, esempio di razionalismo italiano, progettata dall’architetto Armando Mellis de Villa.
In uno dei diciannove piani di questo edificio che, con l’antenna collocata sulla sua sommità, supera i 100 metri di altezza, si trova l’appartamento che è stato oggetto di ristrutturazione su progetto dello studio torinese b5 art arch, un team di architetti che si è fatto mediatore tra le precise richieste del proprietario, uomo di grandi passioni coltivate nel tempo, e il ridisegno degli spazi interni.
È lo stesso proprietario a raccontare del progetto (e chi, in questo caso, meglio di lui avrebbe potuto farlo?):
“Innanzitutto, l’architettura!
La Torre Littoria venne costruita all’inizio degli anni trenta del secolo scorso dalla Società Reale Mutua di Assicurazioni, allora diretta da un mio prozio.
In un qualche senso, quindi, quando nel 2015 ebbi la possibilità di ristrutturare, per poi abitarci, un appartamento in questo contesto, si confermava un filo rosso che lega Torino, Reale Mutua e la mia famiglia.
La Torre, occupata da un solo appartamento per piano, ha la peculiarità di consentire ai residenti una vista su Torino a 360 gradi veramente emozionante e questo aspetto ha rappresentato il principio fondatore per la ristrutturazione degli spazi interni.
Sentivo l’esigenza di coniugare il dovuto rispetto per la storia della Torre con una vivibilità che tenesse conto del mio modo di vivere e delle mie numerose passioni ed interessi.
Da qui l’esclusione di ambienti algidi, privi di personalità, e invece la scelta di arredi che mi potessero riportare al mondo dei motori (grande passione, a due e quattro ruote, con anni di corse alle spalle durante i quali ho accumulato trofei lasciati, come citazioni, sulla libreria Infinity ), così come al mondo dell’arte, mescolando opere di Michelangelo Pistoletto a quelle di Jessica Carroll o Barbara Nahmad ( suo è il ritratto gigante di Elvis Presley, mia altra grande passione ) fino alla divertente ed ironica installazione di Enrico De Paris.
Ma in casa, ed in vista, trovano anche spazio le 300 cravatte della mia collezione così come il simulatore di guida per gli allenamenti: sono tutte testimonianze di un eclettismo un po’ disordinato che lo studio degli architetti b5 art arch ha cercato di organizzare nel pieno rispetto della mia indicazione di volermi occupare personalmente degli arredi, delle decorazioni e delle finiture.
Posso senz’altro dire di essermi divertito nello svolgere queste attività, perché anche in questo caso si tratta di un interesse, diventato passione, che mi accompagna da anni.
Marmo Nero Marquina, vernici murarie Farrow and Ball in Oval Room Blue e rivestimenti in carta vinilica Elitis fanno da cornice al grande divano Flexform ed alle poltrone arancioni in soggiorno.
Nella camera da letto, dotata di cabina armadio e stanza da bagno padronale, i rivestimenti sono stati realizzati su disegno e riprendono l’anima razionalista del palazzo, con tappezzeria di Cinzia Russo ed un caldo colore down pipe al soffitto.
La cucina, con balcone che si affaccia sulla Mole, è stata realizzata su misura: in questo ambiente convivono un’isola molto tecnica ed un tavolo con piano in resina illuminato da una lampada a sospensione Guggenheim prodotta in edizione limitata”.
Quindi, il racconto del viaggio, partito da lontano con uno sguardo
sul profilo della città, con sequenze sempre più ravvicinate
e passando attraverso una parte della storia dell’architettura italiana,
si conclude, naturalmente, nel cuore della casa.
s f o g l i a l a g a l l e r i a
a cura della redazione
progetto studio b5 art::arch
immagini Adriano Pecchio
immagine Piazza Castello Torino di Roberto Bosi da Pixabay