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Architettura,  Interni,  Residenziale

Con la semplice demolizione di due muri…

.. ed un accurato disegno, il piano terra di una villa brianzola si apre alla luce e gli spazi diventano (finalmente) funzionali

Se immaginassimo di disegnare una linea retta che congiunga la piazza del Duomo di Milano con quella del Duomo di Como, a circa metà del tracciato troveremmo Bovisio Masciago, una cittadina brianzola di circa 17 mila abitanti che si presenta con un perimetro alquanto bizzarro: il tipico profilo urbano sfrangiato che si allunga, ad est fino ad abbracciare la “mitica” -per chi la percorra quotidianamente-  superstrada Milano-Meda, e poi si appuntisce inaspettatamente a nord-ovest per penetrare, a guisa di un corno, nel vasto parco delle Groane, patrimonio naturalistico e territorio di brughiera.
Trenta minuti d’auto separano l’abitato da quel gioiello architettonico, ritornato agli antichi splendori dopo gli ultimi restauri, che è la Villa Reale di Monza.
Ma è di un’altra villa che vogliamo parlare, priva di qualsiasi valore monumentale rispetto alle nobili presenze storiche ma custode di un’inestimabile dote affettiva da parte dei residenti: una coppia di genitori con due figli post adolescenti.

L’abitazione monofamiliare è inserita in posizione di testa all’interno di un piacevole complesso di villette a schiera realizzato negli anni ’80.

Il piano terra è stato “rivisitato” ed adattato ad uno stile di vita più contemporaneo:

il progetto, curato dall’architetto Virginia Lorello, con studio a Milano, ha ridato forma e nuove funzionalità agli spazi modulando gli ambienti sui ritmi delle attuali esigenze della famiglia.
Le richieste iniziali dei Committenti si concentravano sul ridisegno dell’arredo della cucina e sull’apertura di un passaggio che la collegasse al soggiorno: all’origine il locale si presentava con un unico accesso dalla zona ingresso limitandone la fluidità del passaggio.

L’iniziale tipologia distributiva di fatto aveva contenuto il piacere di stare a tavola in una rigida modalità indiscutibilmente retaggio dei decenni passati:

nella quotidianità la famiglia si ritrovava in cucina, senza collegamento visivo né funzionale con la zona living.
Ma se è vero che il compito del progettista è quello di comprendere le attitudini del Committente e le sue dichiarate necessità, è anche vero che non si può sottrarre dal portare ad uno stato di consapevolezza quelle criticità visibili ad occhi estranei ma per lo più occulte ai residenti perché cristallizzatesi nel tempo come abitudini familiari.

In questo contesto si sono posti subito all’attenzione: la mancanza di elementi contenitivi nella zona d’ingresso, il bagno ospiti penalizzato nelle sue potenzialità da sanitari ingombranti e mal dislocati, il parapetto in muratura della scala interna che irrigidiva ulteriormente la percezione del living già oppressa dal mancato collegamento con la cucina, la presenza di “ereditati” colori molto saturi e una illuminazione artificiale che restituivano come angusta la spazialità della casa e, in generale, un impianto tipologico che non valorizzava la doppia esposizione della casa sui giardini privati.

Ecco, quindi, che il progetto parte dal “nodo cucina” e si estende a macchia d’olio, investendo tutto il piano terra della villa.

Apertura alla luce e messa al bando dei colori saturi presenti per lasciare spazio ad un luminoso bianco da dosare attraverso una accurata scelta di accostamenti tra materiali e nuove delicate cromie: questo il concept della proposta progettuale di Virginia Lorello.
È stata un’attenta analisi associata alla generosa disponibilità dei Committenti nell’accogliere nuove, seppur caute, proposte, a consentirmi di delineare un progetto funzionale capace di sfruttare al massimo le potenzialità della casa” -afferma l’architetto. 
“Ho proposto una totale apertura della cucina sul soggiorno restituendo luce naturale all’ambiente, filtrata unicamente da un’ampia porta a vetro a doppia anta scorrevole. Eliminando anche la muratura all’ingresso è stato possibile ampliare la cucina sfruttando al massimo lo spazio attraverso un elemento d’arredo bifacciale attrezzato, da un lato, per le funzioni della cucina e, dall’altro, per quelle di primo ingresso (deposito cappotti, borse, ecc.). Il mobile si chiude in testata con una libreria a vista sul soggiorno che dialoga con una continuità di disegno e di materiale con la parete attrezzata posta di fronte. Ripensato anche il parapetto della scala cui è stato restituito il valore di guidare più “vivacemente” lo sguardo all’interno dell’ambiente facendone percepire tutta la profondità. Anche il bagno è stato ottimizzato nella sua preziosa funzione di ripostiglio a servizio del piano terra e reso più gradevole sia per gli ospiti che, ovviamente, per i residenti”.

Un rinnovato pavimento in doghe di rovere mielato (Mardegan) unifica gli ambienti. La medesima essenza si inserisce anche negli arredi mobili, in un felice accostamento con le finiture laccate bianco, conferendo quella ricercata dinamicità spaziale che poteva essere messa a rischio da una iniziale richiesta di total white che “non sempre” -afferma l’architetto – “favorisce la valorizzazione degli ambienti”.
A fare da delicato contrappunto alle tonalità calde del legno, per le superfici “dure” (rivestimento del bagno e top della cucina), è stata scelta la tonalità del quarzo grigio: i moduli in pietra ricomposta (Stone Italia – Pitti Perla) presentano raffinate incastonature di madreperla ed altre pietre dalle sfumature dorate che la luce incidente fa risaltare come dei piccoli gioielli.

Ad impreziosire ulteriormente gli ambienti è stato introdotto l’ottone.
Quando ai miei Clienti ho proposto questo materiale, l’utilizzo dell’ottone non era ancora così diffuso nei progetti di interior. Avevo nella mente le suggestioni ricevute nel corso delle mie visite alla Fondazione Prada di Milano: una piccola felice ossessione che, credo, abbia influito non poco nella scelta di introdurre nel progetto forme arrotondate, l’accostamento cromatico grigio-oro e l’idea di una preziosità nell’architettura” – spiega Virginia Lorello – L’ottone ha restituito luminosità e riflessi bellissimi visibili soprattutto quando i raggi del sole mattutino accarezzano lo schienale della cucina, rivestito con un laminato con effetto metallo satinato: l’occhio viene veicolato lungo tutto lo spazio balzando di superficie in superficie per soffermarsi poi sui dettagli”.
Tutti i nuovi elementi di arredo sono stati realizzati su progetto di Virginia Lorello: la personalizzazione si è spinta anche nel disegno delle cornici dei quadri già presenti e selezionati con cura in armonia con il rinnovato ambiente.

Completano il progetto di interior le forniture di serie: gli sgabelli bianchi Form bar stool 65 di Normann-Copenaghen nella cucina, le maniglie Roboquattro oromat di Colombo, il termoarredo Kart di Irsap, i miscelatori Zucchetti e il lavabo da incasso Duravit per il bagno, il lavello Franke Box BXX in acciaio sanitato di Franke e il miscelatore Grohe Blue Pure Mono per la cucina, i sistemi Eclisse per le nuove porte (Flush door e Flush skirting).
L’illuminazione artificiale è stata affidata ad icone del design quali Dioscuri e Shogun Table di Artemide e IC Lights Ceiling/Wall di Flos.
Questo è stato per me uno dei lavori più felici” – commenta l’architetto – “Una delle mie massime ambizioni è quella di avere la possibilità di produrre riflessioni su ciascun elemento del progetto, disegnarlo e vederne la concreta realizzazione. Questo approccio, se vogliamo, è molto simile al concetto di “opera d’arte totale” che risale a ben più di un secolo fa, quando alcuni gruppi di artisti idealizzavano una fusione tra pittura, scultura, decorazione….  Più riesco a contribuire in tal senso, più riesco a rendere speciale il progetto. Un artigianato all’ennesima potenza!”


s f o g l i a l a g a l l e r i a 

text
ANNAMARIA CASSANI

project
VIRIGINIA LORELLO
📩 info@virginialorello.it
📞 +39 335 147 0597

images courtesy
VIRGINIA LORELLO


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