Il verde interno esiste
Grandi vantaggi e nuove opportunità.
Nei giorni scorsi ho seguito un convegno online (promosso da Coldiretti Toscana, AssoFloro, Anci Toscana e Affi) a cui avrei volentieri assistito di persona, visto che si è svolto nella bella città di Lucca in una sala del Palazzo Ducale.
“Inquinamento indoor, le piante salvavita” questo titolo non le manda a dire a noi che, però, pensiamo di avere le idee già chiare.
È che sul verde siamo abituati a conversare al bar, più che in studio, e lì diciamo che le piante ci aiutano a respirare meglio, che per fortuna c’è il verde verticale, che le piante in camera da letto non si devono mettere per carità e che questo cappuccino con doppia schiuma è fenomenale.
Negli anni Ottanta la Nasa si trova a fare fronte ad alcuni malesseri degli astronauti chiusi a lungo nelle navicelle spaziali, motivo per cui si inizia a parlare di SBS (Sick Building Syndrome), sindrome che subito viene messa in correlazione con gli ambienti chiusi e malsani. La Nasa stessa commissiona uno studio a un gruppo di scienziati, perché vuole capire se le piante da interno potrebbero in futuro purificare l’aria delle stazioni spaziali. Si parte dal presupposto che l’inquinamento presente negli ambienti interni sia da due a cinque volte superiore rispetto a quello esterno, a causa di arredi e computer che emettono sostanze nocive nei luoghi in cui nessuno può aprire le finestre.
Per svolgere le misurazioni necessarie, gli scienziati approntano ambienti ristretti e salubri in cui aggiungono alcuni inquinanti specifici e un buon numero di piante da interno diverse tra loro. Il risultato sta nello studio “Interior landscape plants for indoor air pollution abatement” il quale dimostra che le piante hanno un ruolo nell’abbattere gli inquinanti presenti nell’aria degli ambienti chiusi. La ricerca ne elenca i nomi: Filodendro, Pothos, Ficus, Edera e altre, tutte molto note e diffuse. Successivamente a questo studio, si contano alcuni aggiornamenti che non hanno avuto sviluppi nel tempo.
Quaranta anni dopo, a Lucca, l’Istituto di BioEconomia del CNR, partendo dagli studi Nasa, presenta le sue ricerche. E così ora sappiamo che le morti per inquinamento interno si equiparano a quelle per inquinamento esterno. Le cause sono molteplici, compreso l’inquinamento che entra dalla finestra, ma qui vogliamo parlare di formaldeide (emessa dai mobili, dalle colle,…), di benzene (emesso dal tabacco, dalle vernici,…) e di detergenti utilizzati per pulire (tra cui l’ammoniaca e la trielina).
E così i nostri ricercatori italiani sono tornati a parlare di SBS, sindrome che oggi si manifesta soprattutto dove c’è un ricambio d’aria forzato, tipico di quegli edifici contemporanei in cui i serramenti non sono apribili. I sintomi? Tosse leggera ma continua, bruciore agli occhi e rinite. Niente di particolare, così come nulla di particolare sono le piante scelte per studiarne le capacità di filtrare l’aria. Il Ficus ha foglie un po’ cerose che intrappolano il benzene, il Pothos trattiene il PM10 sulle foglie, altre piante trattengono le sostanze volatili e addirittura le assorbono fino allo smaltimento nel terreno. La Stella di Natale smaltisce il benzene e le Felci la fomaldeide e il fumo di sigaretta.
E, come se non bastasse, si è visto che benzene, toluene e xylene vengono metabolizzati dalle piante come fonti di energia!
E noi che ruolo abbiamo in tutto questo? Anche se non siamo scienziati, né ricercatori, il nostro lavoro è fondamentale, perché possiamo progettare il verde interno, così come già facciamo in esterno. Che cosa stiamo aspettando? Abbiamo vasi italiani di ottima fattura e piante italiane prodotte nel rispetto di una filiera florovivaistica tra le più controllate al mondo. La condizione per cui le piante possono efficacemente smaltire gli inquinanti è una: dobbiamo calcolare una pianta per metro quadro. È tanto? Iniziamo a progettare fioriere, a prendere confidenza con le piante, proviamo a disporle negli interni che sappiamo arredare, confidiamo nella nostra famosa capacità compositiva.
Come di recente mi ha detto un collega, sull’argomento “basterebbe iniziare a far andare le matite”.
Dimenticavo di dirvi che la sala del Palazzo Ducale di Lucca in cui si è svolto il convegno ha una superficie di quattrocento metri quadrati: secondo voi
con quante piante da interno è stata allestita?
s f o g l i a l a g a l l e r i a