La casa dell’architetto
Interni,  Residenziale

La casa dell’architetto.

Giovanna Azzarello ci accoglie nella sua nuova residenza milanese, “rigorosamente” eclettica.

C’è sempre molta curiosità quando si varca la soglia della casa di un architetto, una curiosità che si muove tra due poli opposti: l’istinto di carpire qualche segreto del mestiere e il desiderio di trovare, lente d’ingrandimento alla mano, qualche punto di debolezza, quel particolare che è sfuggito di mano, magari, che si poteva secondo un “doveroso e personalissimo giudizio del visitatore” risolvere in un altro modo.
Appena superato l’ingresso, la casa di Giovanna Azzarello  si offre agli ospiti semplicemente così com’è: calda, accogliente, armoniosa. La sorprendente impressione è che non ci sia bisogno di percorrerla in tutta la sua estensione per scoprirne le funzioni: si intuiscono perché sono al loro posto, esattamente là dove te le aspetteresti, nessun artificioso colpo di teatro che possa distrarre da quella fluidità –aggettivo che qui calza perfettamente- con la quale ci si muove tra i vari ambienti.
L’appartamento si trova all’ottavo e ultimo piano di un palazzo costruito negli anni Settanta nella parte nord del quartiere San Siro, in un complesso di edifici di pregio circondati dal verde.

La designer proveniva da una bella abitazione collocata al piano terra in una zona centrale di Milano. È bastato un attimo: il vantaggio dell’attico, inseguito per molto tempo, e la possibilità di sfruttarne lo spazio esterno sono diventati un plus che la Azzarello ha presto fatto suo.
L’appartamento è disposto su due piani: il livello superiore, accessibile direttamente da una scala interna collocata in un angolo del soggiorno, vede, oltre ad una zona di servizio, una luminosissima veranda adibita a studio che si apre sul terrazzo dalle generose dimensioni. Da qui si gode un’impagabile vista a 360° della metropoli lombarda da cui emergono, come “personaggi urbani”, il vicino Stadio Meazza, il palazzo Vittoria Assicurazioni dall’infondibile taglio diagonale nel quartiere del Portello, le tre torri del complesso City Life coi suoi audaci andamenti volumetrici e, ancora, la storica Torre Velasca e la guglia più alta del Duomo.

Il primo livello dell’appartamento comprende sia la zona giorno che la zona notte, cui si accede senza interruzioni attraverso un corridoio aperto, attrezzato e ribassato per accogliere le canalizzazioni dell’impianto di raffrescamento. Questo disimpegno riceve luce naturale dalla parete vetrata del soggiorno aperta su un balcone con vista panoramica sulla città.
Il living è perfettamente suddiviso in zone funzionali, salotto e pranzo, ciascuna delle quali gode di un ampio respiro in termini di spazio. Ci sono volutamente pochi elementi, alternati tra lo stile contemporaneo, il richiamo vintage, il “pezzo” d’antiquariato che si miscelano senza “urtarsi”, anzi compenetrandosi con gusto: la poltrona sacco dialoga con due tavoli ed una credenza d’epoca, l’ampio divano con penisola (Bellagio di Meroni & Colzani) si confronta con lo storico  “Tavolo su Ruote” disegnato da Gae Aulenti (Fontana Arte) e due LC2 di Le Corbusier: le celeberrime poltrone, prodotte da Cassina, acquistano qui un fascino particolare con la loro pelle di colore nero che porta i segni del vissuto.
Completano il salotto un mobile contenitore basso, con finitura nero lucido, che fa parte della collezione che Enzo Mari ha designato per Porro e ripiani di consistente spessore realizzati ad hoc che funzionano anche come scenografici elementi illuminanti a parete.

La zona notte si disimpegna su quella porzione di corridoio aperto che, dopo aver percorso il primo tratto a fianco del living, piega ad angolo retto. Comprende un bagno ospiti, con finitura in resina su cui emerge per contrasto uno specchio d’antiquariato; la camera padronale (letto e mobili di Enzo Mari per Porro) con bagno privato/area wellness, sempre con finitura in resina, ed un ambiente studio, passante, da cui si accede ad una seconda camera matrimoniale a disposizione degli ospiti.
Il pavimento in legno di rovere con effetto perlato unifica gli ambienti ed offre, tra le sue venature, una palette di colori tortora, beige, grigio con i quali sono state trattate le superfici di alcune pareti, delle porte, degli arredi mobili di nuova realizzazione. La pavimentazione in gres porcellanato di grande formato, grigio, è protagonista della cucina e del livello superiore della casa.
Il bianco puro, quello caldo definito dal RAL 9010 e comunemente chiamato “bianco latte”, è insieme al parquet l’elemento che “crea una sensazione confortevole e avvolgente che conferisce quella personalità che invece un bianco ottico –ci dice la designer- non avrebbe saputo dare, risultando troppo brillante sotto l’abbondante luminosità che caratterizza questo appartamento”.
Ci si può perdere sui dettagli nella casa di Giovanna Azzarello: appendini di Vico Magistretti per Fusital nel locale adibito a spogliatoio di primo ingresso, sculture di Angelo Montegani che non passano inosservate, complementi d’arredo di Venini, e innumerevoli altri oggetti a ricordo dei viaggi familiari.

Cogliamo l’occasione della visita per porre alla designer alcune domande di approfondimento sul suo progetto.

Redazione
Giovanna Azzarello portrait copiaGiovanna che cosa ti ha spinto, nella tua ricerca, ad optare per questa casa che, ci dicevi, aveva un impianto distributivo originario non rispondente allo stile di vita della tua famiglia?

Giovanna Azzarello
È stato un amore a prima vista. L’appartamento si trovava in condizioni di degrado ma, dopo tanti anni di mestiere, ne ho potuto apprezzare subito le potenzialità. È stata la presenza del grande terrazzo a farmi prendere la decisione finale, una proiezione verso l’esterno che negli ultimi tempi è diventata quanto mai necessaria. D’estate è il fulcro della casa, un secondo spazio di soggiorno, un luogo conviviale per il quale ho curato personalmente il progetto del verde; una grande vetrata lo separa, ma in continuità visiva, da una zona che ho adibito a studio e collegata ad un bagno di servizio e alla lavanderia.

R.
Qual è stata la filosofia che ha informato il tuo intervento di ristrutturazione totale?

G.A.
Ho applicato lo stesso concetto che caratterizza da sempre la mia visione delle zone abitative interne: la realizzazione di spazi fluidi, scorrevoli, senza barriere. Ho studiato una continuità di percorso in modo tale che anche gli elementi di disimpegno ricevessero luce naturale, che è per me molto importante, così come lo è il progetto di luce artificiale per il quale sono stata coadiuvata dal lighting designer Massimiliano Fariello.
L’illuminazione generale proviene dal soffitto, attraverso faretti ad incasso e profili LED. Alcuni ripiani di consistente spessore proiettano strisce di luce LED sulle pareti del soggiorno. Completano lampade da terra e lampade a sospensione appartenenti alla storia del design: Papillona di Afra e Tobia Scarpa per Flos, Costanza di Luceplan, la sospensione O-SPACE di Foscarini sulla penisola della cucina e ancora una Targetti originale degli anni ‘70, lampada da terra realizzata con un tubo flessibile…. Anche per il terrazzo sono stati studiati effetti scenografici per far risaltare al meglio la vegetazione e lo spazio circostante attraverso luci segna passo ed applique.

R.
Qual è la cifra stilistica che caratterizza il tuo progetto?

G.A.
Questa casa è un libro che racconta tutto quello che fa parte della mia vita e quella della mia famiglia: racconta dei viaggi, della mia passione per il design. Nel racconto sono miscelati prodotti di design iconici a mobili antichi e oggetti di modernariato. Lo stile che questa casa restituisce è sicuramente rigoroso ma contemporaneamente eclettico, lontano da un mood che vuole “asetticità” per gli ambienti interni: la casa non deve avere per me l’aspetto di uno showroom o diventare un museo personale ed è per questo che ho scelto di inserire pochi pezzi della mia produzione, due prototipi che sono nello studio collocato al primo livello della casa: la console/scrittoio di Porada e una scrivania sempre di Porada.

R.
Cos’hai disegnato ad hoc per questa casa?
G.A.

Ho disegnato la cucina in legno wengé e top in lastre di gres porcellanato effetto marmo, integrata con elementi pensili con finitura laccata color sabbia: la generosa metratura che ho voluto per questo ambiente mi ha consentito di realizzare due blocchi attrezzati e contrapposti, con penisola, ed un ampio spazio per i fuochi e la cappa ad incasso sottopiano. Non è uno spazio dedicato unicamente alla preparazione e al consumo del cibo ma si presta anche a più funzioni, dal lavoro ad attività conviviali con gli ospiti.
Oltre alla cucina ho disegnato anche il letto stile minimal/giapponese per la camera degli ospiti e tutti gli elementi di completamento in cartongesso: nicchie sottofinestra, ripiani, piani di appoggio dei lavabi per i bagni: tutti elementi che ho trattato come le pareti nelle loro finiture superficiali.
R.

A proposito di finiture superficiali, parliamo delle cromie che hai scelto, molto legate ai colori delle terre?
G.A.

È stata la grande luminosità della casa che mi ha fatto scegliere dei colori soft. Un bianco “caldo” è stato abbinato ai colori sabbia, tortora e fango che ho scelto per le porte a scorrere di Lualdi: sono uno sfondo piacevolmente neutro su cui risaltano gli elementi di arredo che ho scelto.
R.

Nella casa sono presenti opere d’arte anche di pittori contemporanei. Che rapporto hai con l’arte in genere e soprattutto con quella contemporanea?
G.A.

Dipingevo negli anni precedenti la laurea: ho fatto mostre e ho partecipato a concorsi di pittura. Dopo la laurea ho scelto di abbracciare la professione di architetto ma la passione per l’arte mi è rimasta. Cerco sempre di inserire nelle case che progetto opere di artisti contemporanei. Voglio citare a tal proposito un grande amico, Beniamino Minnella, un artista che amo moltissimo. Ho un suo dipinto in soggiorno e alcune litografie nello studio accanto a quelle di Franco Grignani, un altro artista contemporaneo, maestro dell’optical art, che apprezzo molto.  

 


s f o g l i a l a g a l l e r i a

a cura di
Annamaria Cassani

guest
GIOVANNA AZZARELLO
architetto

Via Domenico Cimarosa 12/3
20144 – Milano
📞  +39 0248014001
✉️  info@giovanna-azzarello.com

immagini
Adriano Pecchio


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