Una signora misteriosa
a cura di Alessandra Corradini
I confini a pelo dell’acqua.
Il lago Maggiore è una terra di confine, infatti nella sua mezzeria, in certe condizioni di luce, si possono vedere galleggiare dei tratteggi sottili, gli stessi delle carte geografiche.
Indicano che quest’acqua è un po’ piemontese, un po’ lombarda e un po’ svizzera.
In effetti ce ne sarebbe abbastanza per cominciare una di quelle squinternate contese umane che ci portano a rivendicare lembi di terra, di mare, di monte e, appunto, di lago.
I piemontesi potrebbero impedire ai lombardi di approdare sulla loro sponda e viceversa. Per non parlare dei ticinesi, gli svizzeri, impegnati in una sommossa per rivendicare tutta la bellezza del lago e non solo l’ultima fettina lassù.
Questi confini a pelo dell’acqua sembrano essere in equilibrio precario.
Eppure vi giuro che non c’è da preoccuparsi, io conosco una signora che mantiene la serenità e la pace su tutto il lago, perché è in grado di mettere d’accordo Piemonte, Lombardia e Canton Ticino.
Non so esattamente quale sia il suo lavoro, potrebbe essere una fine diplomatica, ma propenderei per la spia internazionale, perché nessuno conosce il suo nome, ma tutti ne restano affascinati.
Sulla sponda piemontese del lago Maggiore, nella città di Verbania, a fine novembre dello scorso anno, il Comune e il Verbania Garden Club hanno organizzato la XVIII Mostra della Camelia invernale.
In che senso “invernale”? Nel senso che la Camelia già è uno stupendo arbusto sempreverde, con una formidabile fioritura primaverile; già ha un’origine tra Cina e Giappone, fascinosa e lontanissima nel tempo. Già arriva in Inghilterra nel Settecento e sconvolge il mercato, i mercanti e gli appassionati; già in Italia la prima che approda finisce per direttissima nel Reale Giardino di Caserta, tanto per capirci.
E, dopo tutto questo, come se non bastasse, ci regala una specie che fiorisce in inverno?
Sissignori. Lasciatemi fare le presentazioni per bene, la camelia a fioritura invernale si chiama Camellia sasanqua, da non confondere con quella a fioritura primaverile che si chiama Camellia japonica. Ne esistono anche altre specie, ma mi limito a raccontarvi di queste due per non complicare la lettura.
La città di Verbania, con la sua mostra, ci racconta che il clima ha decretato in questi duecento anni che ogni camelia è regina del lago, non solo la più nota primaverile, ma anche la misteriosa invernale.
La sasanqua (“Sozankwa”, dall’Estremo Oriente) fiorisce quando nulla è in fiore e ci consola con il suo profumo, mentre ci prepariamo alla stagione più fredda.
Ecco perché i saloni della comunale villa Giulia sono stati allestiti per la mostra con sapienti collezioni di camelie invernali.
Una festa botanica, culturale e artistica, colorata da fiori elegantissimi, anche quelli nei toni più sgargianti.
Queste piante, infatti, seppure ricoperte di rosa carico, rosso e arancione riescono a essere una presenza sobria e certa in ogni giardino.
Lo sanno bene i soci della International Camellia Society che, pochi mesi prima della mostra, sempre a Verbania, si sono incontrati per il congresso mondiale.
Come dire che tutto il Pianeta riconosce questo uno dei luoghi in cui le camelie – invernali e primaverili – vivono e si adattano meglio e dove la produzione è tra le più prestigiose.
In città, tra l’altro, è stato anche appena inaugurato un parco pubblico dedicato a Pietro Hillebrand, figura determinante che ha diffuso in tutto il mondo la cultura florovivaistica del lago Maggiore.
Le camelie, da queste parti, sono sempre più una questione di economia, di impiego, di turismo e di passione.
Ciò detto, fatico a capire perché non abbiano una diffusione più larga, al di fuori delle zone in cui vengono molto celebrate.
Non ha senso, e lo dico da progettista, considerarle come una scelta di nicchia e da intenditori.
Queste piante hanno già visto succedersi periodi di grande diffusione e periodi di dimenticanza, per cui direi che sono in grado di tornare da sole alla ribalta, ma potremmo iniziare a dare loro una mano.
La camelia invernale, poi, è ancora meno conosciuta e la faccenda ha dell’incredibile.
Certo, non stanno volentieri a quaranta gradi sotto il sole delle metropoli, ma nei giardini condominiali un po’ chiusi tra muri di confine (quanti ce ne sono?), quelli in cui non si sa mai che cosa mettere per via dell’ombra e dell’umidità, le camelie prosperano.
Se si scelgono sia primaverili che invernali e se si scelgono diverse varietà, si avranno fioriture sorprendenti, mischiate alle foglie di quel verde scuro, tanto coriaceo quanto elegante.
Per non parlare delle camelie che formano una siepe mista in un giardino ombroso: sono così di carattere da rendere il luogo senza tempo, anche in presenza di piante troppo alla moda.
Nel caso a qualcuno sia venuto il desiderio di coltivare camelie, si pensi prima di tutto alla terra che deve essere acida e ben preparata, per risultare soffice, permeabile, senza ristagni. Lo stesso vale per la coltivazione in vaso al quale la camelia si adatta bene, visto che ha una crescita lenta (a chi lo trova un difetto, ricordo che riduce il numero dei rinvasi).
Se ci si ferma alla superficie, si potrebbe confondere la Camelia con una qualsiasi pianta dalla forma severa e dalla crescita non esplosiva. In realtà siamo in presenza di una generosa anticonformista che, nelle specie dalle fioriture fugaci, lascia cadere a terra elegantissimi tappeti di petali, in un’infiorata naturale.
Eccola, quindi, la nostra signora misteriosa. La Camelia che tiene in accordo perfetto quei confini al pelo dell’acqua, visibili solo a chi si ostina a vederli.
Il suo carattere solido e le sue idee aperte le consentono di prosperare su tutte le sponde del lago, senza distinzioni di regioni o di stati.
E se a noi – la camelia invernale in particolare – sembra una pianta misteriosa, un po’ Mata Hari, è perché non la conosciamo abbastanza, non la scegliamo per i nostri progetti e non contribuiamo alla sua diffusione.
Sul lago Maggiore, invece, i festeggiamenti sono doppi: abbiamo parlato della sasanqua festeggiata in autunno, ma c’è pure una mostra primaverile che festeggia la japonica.
Anche a Locarno, in primavera, c’è un’esposizione. Tanto per dire che la Camelia è festeggiata proprio da tutti, io giurerei anche dai doganieri alla frontiera che in quei giorni, non so dirvi come, sparisce.
s f o g l i a l a g a l l e r i a
si ringrazia
UFFICIO PROMOZIONE DEL TURISMO- CITTA’ DI VERBANIA
📞 0323 542261
immagini
MASSIMILIANO BONINO
www.massimilianobonino.com
One Comment
Elio Savioli
Ottimo articolo e la presentazione del territorio.
Grazie