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Interni,  Architettura,  Design

C’era una volta il bagno. Oggi c’è la “sala da bagno”.

Attraverso le epoche e i significati ecco la nuova “dimensione”
(non più solo fisica) di questo ambiente

Se ci facessimo prendere per mano e ci facessimo condurre all’interno dell’”universo bagno”, non potremmo che iniziare ripercorrendo l’evoluzione storica di questo ambiente, dalle sue origini ai giorni nostri, e annotando la significativa evoluzione (rivoluzione?) che l’ha coinvolto, trascinato dalle trasformazioni sociali e culturali che hanno investito l’uomo e le sue abitudini.
Come luogo privato dedicato all’igiene ed alla cura della persona è un concetto che acquisisce forza solo in tempi relativamente recenti.
Anticamente il termine bagno (di derivazione latina, balneum) veniva associato all’immersione del corpo nell’acqua ed era di là da venire il riferimento ad un locale specifico.

La dimensione domestica del bagno è una conquista dei secoli più vicini a noi, quando viene identificato come ambiente dedicato alle esigenze igieniche personali.

Il simbolismo dell’acqua, che si ritrova in numerosi rituali di purificazione e di propiziazione della fertilità, condiziona fortemente il significato che ad esso si attribuisce.

Nel Medio Evo assistiamo ad una pervicace e generalizzata riluttanza nei confronti dell’uso dell’acqua a scopo igienico: si temeva, infatti, che essa avesse effetti dannosi sulla salute, fosse portatrice di batteri e malattie, che addirittura togliesse le forze.
Nell’Europa cristiana il bagno assume significato in quanto luogo di socialità, il bagno turco ne è un significativo esempio, decorato con ceramiche colorate, ambiente di riposo e benessere.

Verso il XIII secolo, l’aspetto ritualistico riprende vigore, si dedica attenzione all’estetica che si fa più raffinata, motivo di vanto sociale. Raffinatezza e attenzione che prendono forte impulso nel Rinascimento, marmi e affreschi caratterizzano il luogo dedicato alla cura del corpo.

Solo con l’Ottocento nascono i primi bagni “privati” e le prime aree domestiche dedicate.

L’esigenza prioritaria che ha guidato questo passaggio non è stata certamente la cura della propria igiene, ma riferiva un privilegio ed una ricerca di distinzione sociale.
Gli arredi cominciano ad essere “dedicati” all’ambiente e allo scopo, è frequentemente posizionato adiacente alla cucina, per facilità di realizzazione e collegamento all’esigenze idriche; successivamente comincia a migrare verso la zona notte, luogo di maggiore intimità. L’inizio del Novecento, infatti, definisce lo spazio bagno come intimo, pratico e funzionale.
Con il secondo dopoguerra si ha un’ulteriore evoluzione: il bagno non è più solo spazio di detersione, ma ambiente dedicato all’individuo e alle sue esigenze.
Emerge sempre più l’importanza delle esperienze tattili e visive: materiali e superfici in grado di trasmettere sensazioni, non solo essere funzionali.

La globalizzazione, le serie TV, i social fanno il resto, in questi anni più recenti, incidendo sui nostri costumi, modificando le esigenze, contaminando gli stili: ecco apparire la vasca idromassaggio, le docce emozionali, i sanitari ideati da noti designers, un ambiente che strizza l’occhio alle più dotate SPA.

È la “sala da bagno”, per dirla col francese, un nuovo spazio nella casa che dimostra tutta la sua personalità e quella degli abitanti.

Anche se la dimensione del locale faticosamente lo permette, la cura per i dettagli, le finiture e le dotazioni non mancano per renderlo prezioso e rappresentativo anche dello stile dei padroni di casa: il bagno, così, non è più solo bagno.
Oggi il bagno è l’ultimo vero presidio di intimità, soprattutto in un periodo di convivenza forzata e continuativa come quella appena trascorsa dovuta al lockdown a causa del Covid19.
È lo spazio per il nostro privato, ma che paradossalmente decidiamo di condividerlo con il resto del mondo attraverso i social.

È lo spazio delle grandi idee, Eureka!

Solo quando la nostra mente è libera di vagare nel nulla, libera dal controllo e dagli automatismi, può far nascere idee geniali!
Con la doccia noi non laviamo solo il nostro corpo, ma allontaniamo lo stress, i pensieri e i problemi della giornata.

Anche in bagno non possiamo fare a meno di essere connessi, altrimenti rischiamo l’esclusione dal mondo, anche se per poco resta impensabile in un’epoca dove tutti sono iperconnessi. I bagni si trasformano sempre di più e diventano luoghi ibridi (ad esempio, bagni-librerie) o addirittura stanze che si fanno bagni, talmente ampie da fagocitare lo spazio attorno.
Grandi vasche al centro della stanza, locali che chiedono di essere interpretati come living, sempre più rispecchianti le esigenze di una più completa wellness delle persone che, dopo una giornata di lavoro ed impegni fuori casa, chiedono solo di potersi “isolare” in spazi reali e mentali per immergersi in esperienze sensoriali capaci di farle riappropriare di se stesse, del proprio corpo e delle sensazioni di piacere o di disagio che questo trasmette.
Grandi vasche da bagno situate su magnifici terrazzi ci suggeriscono come, oramai, l’abitare rispecchia sempre di più le esigenze interne di chi ci abita, in equilibrio tra necessità, benessere e attenzione all’ambiente che ci circonda.
L’evoluzione della “sala da bagno” non finisce con il presente; il futuro vede questo ambiente sempre più al centro del vissuto della casa, così come la cura della persona è, e sarà sempre più, al centro delle esigenze e dell’immaginario degli individui. 


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