Pepe Tanzi: “Album” di famiglia.
La luce nel cuore della Brianza, tra artigianato ed alta tecnologia.
Medusina, Seppiolina, Caramella, Diatomea, Galaverna, Patata, Stellina….
Non sono i nomi dei personaggi di una favola, sul tipo di quelli che potrebbe incontrare Alice in un immaginario sequel dell’originale racconto: sono le “poesie” di Pepe Tanzi, divenute tangibili nelle forme di raffinate lampade in vetro soffiato e formato a mano.
Stiamo parlando della produzione di Album, azienda monzese fondata da Pepe Tanzi verso la fine degli anni ’80, nella quale riverbera tutta la sua particolare attrazione per le forme in cui la natura si manifesta ed il forte interesse e curiosità per gli aspetti tecnologici più avanzati. Attento osservatore dei cambiamenti di gusti e abitudini della società post ’68, Pepe Tanzi è stato sin dagli inizi della carriera un singolare anticipatore dei tempi: la sua visione ha travalicato il “qui e ora” dimostrando che alcuni suoi prodotti dal concept innovativo sono stati non solo imitatissimi ma riproposti in versioni che risultano tuttora contemporanee. E’ il medesimo spirito che lo anima, ancora rivoluzionario a dispetto dell’età: la maturità nella progettazione che lo distingueva allora accompagna Pepe Tanzi anche nelle attuali collezioni di Album che oggi la figlia Antonietta, al suo fianco nel corso della nostra chiacchierata, da qualche tempo dirige affiancata da soci.
Iniziamo il racconto dalla fine degli anni ’60…
Gli anni della formazione: la facoltà di architettura ed il giardino di casa.
Pepe Tanzi si laurea presso la Facoltà di architettura del Politecnico di Milano nel 1969 completando il suo ciclo di studi proprio in negli anni caratterizzati da forti turbolenze sociali e da una didattica che, seppur poco attenta ai cambiamenti in atto e tradizionale nella sua impostazione, dava modo di intravedere gli albori di ciò che sarebbe maturato in un periodo di forte sperimentazione.
La componente studentesca politicizzata, presente in quegli anni presso l’Ateneo, spesso non consentiva il regolare svolgimento delle lezioni nelle aule, occupate dai leader dei vari movimenti che lì organizzavano assemblee permanenti: “Non ho sofferto per questa situazione all’interno della Facoltà” –racconta Pepe Tanzi– “perché volevo diventare designer e non architetto nel modo con cui comunemente lo si intende. Perciò i riferimenti che mi sono realmente serviti nella professione li ho trovati nel grande giardino di casa dove, sin da bambino, passavo le mie giornate ad osservare farfalle, insetti, piccole piante, con lo stupore di quell’età, ed il cui ricordo periodicamente riaffiorava ispirandomi nella progettazione di nuovi prodotti con uno sguardo sempre rivolto al mondo naturale”.
L’azienda di famiglia: la Ditta Tanzi e le collaborazioni.
Pepe Tanzi dopo la laurea entra nell’azienda di famiglia che si occupava di mobili per un pubblico dal gusto orientato al design; qui ha la possibilità di sperimentare direttamente la visione maturata nel corso della formazione universitaria: c’era stata una svolta epocale e quelle che erano state finora considerate le solide abitudini della tradizione borghese venivano messe in discussione dall’avanzare di nuovi modelli familiari e di nuove abitudini quotidiane. Pepe Tanzi raccoglie questi stimoli che trasforma, attraverso una personale visione e sensibilità, in prodotti altamente innovativi e fuori dai consueti schemi della produzione.
Imitatissima la sua libreria Scaletta del 1971, la prima ad essere proposta con una profondità ridotta a 16 cm e celeberrima, nonché altrettanto imitata, la cucina Grand Chef prodotta da Boffi a partire dal 1984: rigorosa da un punto di vista formale è caratterizzata da un piano in acciaio di spessore pari a 11 cm con integrate la cottura e le vasche, variabili sia come numero che come tipologia.
Le collaborazioni oltre che con Boffi si estendono anche ad altre aziende, qualcuna di nuova costituzione ed altre già strutturate: Bernini, Biesse, Driade, Matteograssi, Poliform, Varenna, Zanotta.
“Ho sempre proposto prodotti innovativi, basati sulla consapevolezza del cambio degli abitudini dei consumatori” –dice Tanzi– “a tal punto che mi sono trovato talvolta ad essere in una condizione di forte anticipo sui tempi. Ricordo che nel 1972 avevo disegnato un divano con cuscini mobili come schienali d’appoggio. Il produttore si sentì liquidare da un grande rivenditore di Milano con una frase lapidaria che in dialetto meneghino suona così: “Un divàn che el gha i cusitt che se moven l’è minga un divàn” (un divano con i cuscini che si muovono non è un divano). La storia ha poi dimostrato l’esatto contrario ed io ho continuato a disegnare, nei successivi vent’anni, divani coi “cuscini che si muovono”, fino a quello che si chiama “Nonsens” nel quale, addirittura, non c’è un cuscino uguale all’altro!”
La nascita di Album.
Nel 1987 Pepe Tanzi fonda Album con l’idea di raccogliere e mettere a catalogo i complementi d’arredo già appartenenti alla ditta Tanzi. La specializzazione nel settore dell’illuminazione avviene in un secondo momento e inizia con la proposta di una ventina di corpi illuminanti caratterizzati, rispetto alla media della produzione di allora, da una semplificazione dei sistemi di composizione e di montaggio.
Lo slogan dell’azienda diventa sin da subito “Portiamo la luce dove serve per un piacevole confort visivo e un ponderato consumo energetico”. Se risulta ben chiaro il concetto di creare corpi illuminanti con un’attenzione al risparmio d’energia impiegata durante il funzionamento, è Pepe Tanzi che ci “illumina” sulla mission di portare la luce solo dove serve: ”Abbiamo preso come esempio ciò che avviene nel nord Europa, dove la scarsità di luce solare perdura per una grande parte dell’anno: il rispetto per questa condizione naturale porta alla realizzazione di interni in cui l’illuminazione è affidata alla distribuzione discreta di diversi punti luce che rendono la casa accogliente e nella quale si percepisce una sensazione di intimità, pace e, direi, anche poesia. Ecco, i nostri sistemi si prestano a realizzare queste atmosfere ma non solo: il loro bassissimo grado di invasività sulle parti murarie li rende particolarmente adatti per l’illuminazione di edifici storici vincolati, oltre che per settori quali la ristorazione e l’hospitality. Vedi ad esempio il lavoro fatto per la Villa Reale di Monza, piuttosto che per Villa Clerici a Bresso e ancora per la catena NH Hotel”.
Prodotti al di fuori del tempo: apprezzati dai progettisti e dal pubblico femminile.
“Anche se offriamo ai nostri clienti un servizio di progettazione del tutto gratuito e non subordinato all’acquisto, gli interlocutori principali di Album sono i professionisti che, con i nostri sistemi, possono veramente trovare la massima libertà di espressione e la possibilità di creare atmosfere diverse con i medesimi prodotti” -spiega Antonietta Tanzi- “Le forme con chiari riferimenti naturalistici che scaturiscono dall’attività creativa di mio papà risultano, poi, particolarmente gradite ad una clientela femminile proprio per la loro elegante raffinatezza che li consegna ad un futuro di lunga durata, al di fuori di qualsiasi moda o tendenza. Se a questo aggiungiamo che ci sono clienti che nel tempo si sono fidelizzati e che ci chiedono riparazioni o pezzi di ricambio di prodotti acquistati più di trent’anni fa, va da sé che possiamo ritenerci molto soddisfatti della nostra unicità. Pur essendo un’azienda di piccole dimensioni non abbiamo mai subito periodi di crisi”.
Artigianato ed alta tecnologia: 99% di Made in Italy in un raggio di 45 km.
Album ha due facce. La prima guarda all’eccellenza dell’artigianato italiano cui affida la realizzazione dei paralumi in vetro borosilicato (materiale noto per la resistenza agli sbalzi termici e con un basso coefficiente di dilatazione) soffiato e formato a mano nelle finiture trasparente o smerigliate.
La seconda faccia, invece, è rivolta all’alta tecnologia: cavi, componenti e lampadine fino ai corpi illuminanti a LED (Album è stata la prima azienda ad aver presentato al Salone del Mobile uno stand in cui erano esposte esclusivamente lampade a LED integrato quando ancora le altre aziende ne avevano a catalogo solo uno o due modelli) e ai materiali ad alte prestazioni per la componentistica tecnica che viene realizzata ad hoc da aziende esterne ed in esclusiva per Album.
Il risultato di questo connubio è una serie di sistemi di illuminazione che, a partire da rosoni centrali, si diramano nelle direzioni desiderate attraverso cavi a treccina a bassissima tensione che alimentano e sospendono i vari corpi illuminati.
Nel catalogo si contano quattro sistemi per interni, di cui uno a LED integrato, ciascuno dei quali supporta differenti tipologie di corpi illuminanti anche combinabili tra loro.
Completano le collezioni di Album le lampade da parete, le plafoniere, le lampade da tavolo ed un sistema per l’outdoor a LED integrato.
Album oggi: Antonietta Tanzi e la dimensione aziendale “umana”.
Attualmente le redini dell’azienda sono nelle mani di Antonietta, coadiuvata dai soci Romeo Bovi e Paolo Taioli: ”Perché” -ci dice- “papà, nel tempo, come lui ama dire, ha effettuato, “una discesa nella graduatoria del comando”. Ho riflettuto a lungo prima di entrare nell’azienda di famiglia, non volevo “subirla” e adesso sono felice della scelta perché ho realizzato l’ambiente di lavoro che volevo: giovane, vivace e, soprattutto, sereno.”
s f o g l i a l a g a l l e r i a
a cura di
ANNAMARIA CASSANI
guest
PEPE TANZI
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