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Design,  Interviste

Aziendesign #8: NARDI MOBILI IN CARTONE

a cura di Annamaria Cassani

“Credo che avere la terra e non rovinarla sia la più bella forma d’arte che si possa desiderare” Andy Warhol

Il cartone: materiale umile per natura, da sempre utilizzato per gli imballaggi, versatile prodotto di cellulosa, sembrava destinato a un’esistenza semplice e funzionale.

Ma la sua storia aveva solo bisogno di un tocco di creatività e di una visione.

La sua evoluzione è iniziata alla fine degli anni ’60, grazie alle intuizioni di architetti e designer audaci come Peter Raacke e Frank Gehry. Qualche decennio dopo, l’architetto giapponese Shigeru Ban divenne un pioniere nell’applicazione dei principi dello sviluppo ecosostenibile all’architettura, utilizzando il cartone, insieme alla carta e al bambù, come materiale da costruzione.

Con la crescente consapevolezza ecologica che caratterizza la nostra epoca, è aumentato l’interesse per soluzioni di design sostenibili. In questo contesto, i mobili in cartone non sono più relegati solo agli allestimenti temporanei, ma vengono sempre più impiegati anche nell’arredamento di negozi e uffici. 

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Massimilano Nardi

Il cartone evoca un senso di familiarità e crea una connessione emotiva con le persone; ciò che lo rende così speciale è la sua semplicità: il colore naturale, la texture grezza e la leggerezza trasmettono una sensazione di autenticità e calore.

Il suo fascino risiede anche nella capacità di offrire soluzioni pratiche e personalizzate, che catturano l’interesse di chi cerca design distintivi, che coniughino estetica e rispetto per l’ambiente.

Le aziende che producono mobili in cartone rispondono a questa domanda, offrendo creazioni che non solo arredano ma, per qualcuna di esse, raccontano anche una storia di visioni e di scelte controcorrente.

Di tutto questo parliamo con Massimiliano Nardi, Architetto e Amministratore Delegato di Nardi Mobili in Cartone S.R.L.

Annamaria Cassani
Qual è lo stato dell’arte della produzione di mobili in cartone? Quali sono state nel tempo le innovazioni tecnologiche che hanno investito il settore dopo che a cavallo tra gli anni 60 e 70 Frank Gehry, con la collezione Easy Edges, ha sperimentato le potenzialità del cartone nel design?

 

Massimiliano Nardi
Le tecniche che utilizziamo a livello produttivo sono sempre basate su plotter da taglio con lama vibrante, alcuni dei quali sono dotati anche di fresatrici che consentono di lavorare materiali rigidi, come laminati e plexiglass, che impieghiamo come piani di finitura per scrivanie, tavolini per bar, banchi per aree break, solo per citare alcuni esempi.

Per la nostra Azienda Il vero cambiamento ha coinvolto la progettazione e il design che derivano dall’aver scelto prevalentemente il “montaggio a incastro”, un sistema che permette di consegnare il prodotto in forma piatta, riducendo notevolmente i volumi di spedizione e i relativi costi.

Inoltre, il Cliente finale può facilmente assemblare il prodotto, contribuendo a rendere il processo ancora più sostenibile.

Con questo sistema si riduce il consumo di materiale ed il conseguente impiego di energia per la produzione.

A.C.
Ci sono altri sistemi di assemblaggio?

M.N.
Sì, l’assemblaggio multistrato che prevede la sovrapposizione e l’incollaggio di diversi strati di cartone per ottenere forme lineari e “pulite”.

Ad esempio, la sedia progettata da Gehry, Wiggle Side Chair, è stata realizzata incollando numerosi strati di cartone ondulato ed è risultato un prodotto certamente innovativo e molto apprezzabile dal punto di vista estetico ma anche molto pesante, più oneroso dal punto di vista dei materiali e meno efficiente in termini di imballaggio e trasporto.

A.C.
Fatta eccezione per gli allestimenti temporanei per i quali da decenni il cartone incarna una delle applicazioni più naturali e congeniali, mi sembra di poter dire che chi sceglie oggi di arredare con questo materiale non sia più per fare una dichiarazione di individualità con soluzioni al di fuori degli schemi ma piuttosto come espressione di un’identità aziendale responsabile e allineata con i tempi. 

Quando, secondo voi, è iniziata questa evoluzione nella percezione del materiale?

M.N.
Nardi ha acquistato il dominio “mobiliincartone.it” nel 2012, all’avvio dell’attività.

Il fatto che un dominio così specifico fosse ancora disponibile testimonia che, ancora fino a 13 anni fa, la “corsa” verso un utilizzo del cartone nel settore dell’arredamento -e la filosofia ad esso associata- non era ancora iniziata.

Credo che l’evoluzione nella percezione del cartone come materiale d’arredo sia iniziata intorno al 2017-2018.

È in quel periodo che abbiamo assistito a un notevole sviluppo di attività legate al crescente interesse per la sostenibilità: il trend dell’auto elettrica e delle soluzioni ecologiche, ad esempio, ha preso piede in modo significativo solo negli ultimi 5-6 anni.

In passato, la sensibilità verso questi temi era decisamente inferiore e il ripensamento dei prodotti di uso quotidiano in chiave ecologica non era ancora una priorità.

A.C.
Qual è la vostra posizione sul mercato? Esiste la possibilità che la vostra produzione si possa orientare anche verso l’ambiente domestico?

M.N.
La nostra posizione nel mercato è di tipo B2B: i prodotti e i servizi della nostra azienda sono destinati ad altre imprese.

In questo ambito, il trend verso la sostenibilità è ormai consolidato, con soluzioni in cartone adottate non solo per il design ma anche come simbolo di un impegno ambientale.

Tuttavia, stiamo pianificando test per esplorare anche le potenzialità di crescita nel settore consumer, offrendo prodotti sia di fascia medio-alta che più economica.

Questi saranno rivolti a un mercato sensibile ai temi green, un segmento che, al momento, riteniamo di aver individuato principalmente nei paesi nordeuropei, dove l’attenzione all’ambiente è già ben radicata nella loro cultura.

A.C.
Massimiliano, riusciamo a sintetizzare il vostro processo produttivo di un mobile in cartone, dall’idea iniziale all’imballaggio del prodotto?

M.N.
Le richieste che ci vengono inoltrate sono spesso basate su idee appena abbozzate per cui dobbiamo sempre sviluppare un modello digitale 3D che condividiamo con il Cliente: in questa fase progettuale apportiamo le eventuali modifiche e, successivamente, formuliamo l’offerta che può essere subordinata alla realizzazione di un campione se, ad esempio, la produzione prevede la fornitura di decine di pezzi.

Per progetti unici, come uno stand, sviluppo e produzione avvengono direttamente, sulla base di un render 3D condiviso.

Una volta confermato il progetto, entriamo nella fase produttiva per la quale utilizziamo fogli di 3 metri x  2 di cartone “Top Quality”, a tripla onda, dello spessore di 14 millimetri: questo materiale, originariamente concepito per imballare prodotti pesanti e voluminosi, rappresenta la migliore qualità disponibile sul mercato per il nostro settore.

I fogli vengono intagliati tramite un plotter dotato di taglierina, come ho già detto, che segue un disegno sviluppato in fase progettuale basato sull’ottimizzazione del layout per ridurre al minimo gli scarti.

Proponiamo il materiale in due colori: il tradizionale “avana” e il “bianco”. Questa seconda versione del cartone è particolarmente indicata per la personalizzazione del prodotto che avviene prima del taglio tramite stampa della grafica richiesta dal Cliente: in questo modo possiamo realizzare soluzioni personalizzate di scrivanie, espositori, stand completi, ecc.

Dopo il taglio vengono eseguiti in sede eventuali incollaggi a cui seguono le fasi finali di imballaggio e spedizione.

A.C.
Il montaggio viene sempre eseguito dal Cliente?

M.N.
Dipende: per arredi semplici è il Cliente stesso che generalmente si occupa dell’assemblaggio; se, invece, si tratta di allestimenti di interi negozi, uffici o stand fieristici, con presenza di elementi complessi o particolarmente ingombranti, noi mettiamo a disposizione un team di allestitori.

Con i nostri mezzi arriviamo a coprire tutto il territorio europeo fornendo un servizio completo di trasporto, montaggio e smontaggio, a cui può seguire anche un servizio di stoccaggio presso la nostra sede in modo da garantire futuri riutilizzi del materiale d’allestimento.

A.C.
L’assemblaggio “fai da te” mi richiama sempre alla mente scenari di litigi di coppia, un fenomeno che ho scoperto essere stato oggetto anche di un’inchiesta condotta presso psicoterapeuti da parte della rivista culturale statunitense The Atlantic. Avete qualche aneddoto -simpatico, o meno – da raccontarci in merito?

M.N.
A volte riceviamo segnalazioni da parte dei clienti che ci “accusano” di aver consegnato prodotti diversi da quelli attesi, poiché le misure non coincidono e riscontrano notevoli difficoltà nell’assemblaggio.

I nostri prodotti vengono sottoposti a lavorazioni particolari, quali tagli a 45 gradi che permettono di sagomare il materiale con facilità: va da sé che le piegature possono essere effettuate sia nel verso corretto, indicato nelle istruzioni allegate, sia in quello opposto.

Talvolta accade che i Clienti trascurino questi dettagli fondamentali e montino i pezzi al contrario.

La cosa sorprendente è che, con un po’ di insistenza e qualche aggiustamento, riescono comunque a farli stare in piedi e ci inviano le foto del risultato che ovviamente si discosta dall’aspetto che avrebbero dovuto avere secondo il progetto.

Situazioni come queste non mancano di strapparci un sorriso, perché ci troviamo di fronte a vere e proprie opere dell’ingegno umano … diciamo… creative?!

A.C.
Se volessi progettare mobili in cartone che non siano per allestimenti temporanei, quali sono i principali parametri che dovrei tenere in considerazione o, se vogliamo, i limiti? Quanto potrei caricare, ad esempio, una libreria? Approfondiamo l’aspetto prestazionale?

M.N.
In linea generale non esistono limitazioni tecniche insormontabili nella realizzazione di mobili in cartone: raramente abbiamo incontrato progetti per i quali non potevamo proporre una soluzione adeguata.

Un aspetto importante da considerare, semmai, è la realizzazione di forme complesse: ad esempio, se si volesse creare una sfera, il cartone dovrebbe essere impiegato esclusivamente attraverso la sovrapposizione di numerosi strati incollati.

Per quanto riguarda le prestazioni, la resistenza al carico non rappresenta un problema rilevante se il progetto è ben strutturato.

Spesso il carico viene percepito come un ostacolo maggiore di quanto effettivamente sia; ad esempio, il tavolo riunioni dietro il quale sono seduto in questo momento, che ha le gambe in cartone sagomato ed un piano in vetro dello spessore di 1 cm, potrebbe sostenere tranquillamente anche il mio peso, e non solo!

Analogamente si può pensare di realizzare una libreria anche con ripiani con luce libera di 2 metri: chiaramente, per evitare eccessive flessioni, si rende necessario rinforzare la struttura, esattamente come si farebbe utilizzando altri materiali, quali ad esempio il legno.

A.C.
Parliamo di manutenzione?

M.N.
Un mobile in cartone, come ad esempio un tavolino, potrebbe macchiarsi se un liquido come il caffè viene versato accidentalmente sulla superficie poiché il materiale tende ad assorbirlo.

Per ovviare a questo problema, si adottano soluzioni protettive come la verniciatura o la posa di pellicole idrorepellenti a base di carta, che preservano l’aspetto e la funzionalità del prodotto nel tempo.

A.C.
In che modo architetti/designer possono collaborare con voi sia nel caso di un progetto personale o semplicemente per lo sviluppo di idee? C’è possibilità di interazione, di sviluppare sinergie?

M.C.
Certamente siamo aperti alle collaborazioni con professionisti esterni ma con dei distinguo: se l’architetto o il designer ci sottopone un progetto che prevede una produzione di serie da immettere sul mercato noi lo possiamo realizzare a patto che il Professionista abbia un proprio canale di vendita: abbiamo già un nostro team interno di progettazione che studia prodotti coerenti con le nostre linee e, in questo momento, abbiano già diversi progetti in sviluppo.

Se, invece, il professionista è alla ricerca di un partner per un progetto privato, noi siamo disponibili a svilupparlo e realizzarlo, offrendo il nostro supporto tecnico e produttivo.

A.C.
In anni recenti aziende appartenenti ai più svariati settori si sono “tuffate” in una strategia di comunicazione che nasconde un ecologismo di facciata (greenwashing). Che sensazione suscita il constatare, invece, che la vostra azienda -che affonda le radici in un progetto di seduta in cartone nato 15 anni fa- ha fatto dell’ecosostenibilità un valore autentico?

M.N.
Io mi sento davvero fortunato perché abbiamo creduto in questo progetto in un momento in cui la percezione di poter svolgere un’attività imprenditoriale eco-friendly non era affatto così marcata.

Abbiamo investito tempo e risorse in un’idea che, inizialmente, era incomprensibile ai più.

Mi piace pensare che una combinazione di lungimiranza, fortuna e determinazione ci abbia permesso di sviluppare un know-how solido che ci ha trovato pronti a raccogliere i frutti di tanto lavoro quando l’interesse per la sostenibilità è finalmente esploso.

L’attenzione per queste tematiche non era affatto così diffusa all’epoca del nostro debutto sul mercato, anzi: l’idea di lavorare con il cartone come materiale per l’arredamento era vista con molto scetticismo.

Ricordo che i miei compagni d’università mi consideravano quasi alla stregua di un “folle”, convinti che io, insieme alla mia famiglia, stessi puntando su qualcosa che avrebbe avuto pochissime probabilità di successo.

In realtà il nostro è stato un percorso che ha vissuto più sulla sperimentazione e sull’intuizione che sulla certezza di un mercato pronto ad accogliere la nostra filosofia.

È stato mio padre, Stefano Nardi, il vero visionario.

Ha cominciato a realizzare i primi mobili in cartone e ad esporli nello showroom di arredi per ufficio dove lavorava. Lì, accadeva qualcosa di sorprendente: pur essendo venuti per acquistare mobili tradizionali, i Clienti rimanevano affascinati da quegli oggetti insoliti. Le loro forme originali e l’uso inaspettato del materiale catturavano immediatamente l’attenzione e suscitavano stupore.

Oggi è per noi estremamente gratificante vedere come l’ecosostenibilità sia diventata un tema centrale nelle scelte aziendali e nei consumi. Questo non solo conferma la correttezza della nostra intuizione ma soprattutto

rafforza la consapevolezza di aver intrapreso un percorso che, nonostante le difficoltà, ha sempre avuto un valore autentico.

A.C.
Parliamo dell’immagine aziendale: cataloghi ben strutturati e immagini delle realizzazioni parlano dei vostri prodotti senza bisogno di aggiungere altro, a mio avviso, circa le potenzialità del materiale: largo spazio alla creatività! Mi piacerebbe, invece, sapere di più sul pensiero retrostante al modo, che trovo attraente ed efficace, con cui presentate sul sito web tutti i componenti del team. Sembrate una comunità “ideale”, un modello, mi verrebbe da dire, da esportare!

M.N.
Da sempre crediamo nell’importanza di un ambiente di lavoro sano, non solo sotto il profilo fisico, ma anche psicologico, un aspetto che oggi assume ancor più rilevanza, in una cultura dove il benessere e la qualità della vita sono al centro dell’attenzione.

Offrire un ambiente dove le persone possano sentirsi apprezzate, supportate e libere di esprimere la propria creatività è fondamentale non solo per attrarre nuovi collaboratori, ma anche per mantenere un team motivato e coeso, partecipe di un progetto comune.

Riteniamo che il successo di un’azienda sia strettamente legato alle persone che ne fanno parte. Per questo ci impegniamo a costruire un rapporto di reciproca collaborazione: quando l’azienda cresce, cresce insieme a essa anche il benessere di tutto il team.

Questo scambio reciproco è ciò che ci permette di rimanere competitivi e innovativi nel nostro settore.

A.C.
Per ultimo una domanda che mi preme molto porvi per capire la vostra posizione.  Sul vostro profilo Instagram avete pubblicato un post che riporta una serie di dati -provenienti da fonti accreditate- che mettono in evidenza le incredibili quantità in gioco quando si parla di inquinamento da plastica. Siete veramente convinti che si possa vivere in un mondo privo di plastica? Quali potrebbero essere soluzioni alternative a questo materiale che, solo per fare un esempio, è fondamentale per il settore sanitario?  

M.N
La plastica ha indubbiamente applicazioni che non possono essere, al momento attuale, facilmente sostituite; tuttavia, credo che una distinzione importante debba essere fatta tra utilizzi essenziali e quelli superflui, che potrebbero essere ridotti o eliminati del tutto.

Un esempio che mi viene subito in mente riguarda gli imballaggi degli alimenti.

Come padre di due bambini, sono quotidianamente in contatto con il packaging di merendine e snack: è impressionante vedere quanta plastica venga utilizzata per imballaggi che vengono immediatamente gettati via.

Prendiamo l’esempio dell’ovetto di cioccolato con sorpresa: contiene un giocattolino in plastica che, per la mia esperienza, finisce quasi subito nella spazzatura.

Proviamo a pensare, invece a come cambierebbero le cose se, eliminata la sorpresa, l’imballaggio fosse realizzato in un materiale più sostenibile e totalmente riciclabile, come il cartone, con le sembianze di un oggetto che può interagire in modo creativo con i bambini!

È solo un piccolo esempio ma credo fermamente che ogni gesto sia importante e che la somma di tante azioni possa fare una grande differenza.

Oggi stiamo già assistendo a un cambiamento positivo, con molte aziende che stanno riducendo progressivamente l’uso della plastica e puntando su soluzioni più ecologiche.

Il movimento verso la sostenibilità è in atto ed è un trend che vedo crescere ogni giorno di più. Ma va detto che la sostenibilità ha un costo. È importante comprendere che, almeno nel breve periodo, il passaggio a soluzioni più sostenibili non sarà più economico. Per esempio, i materiali alternativi, come il cartone riciclato o le bioplastiche, possono avere un costo superiore rispetto alla plastica tradizionale. L’industria, per poter abbattere i costi, ha bisogno di tempo per sviluppare soluzioni efficienti e per rendere questi prodotti più accessibili.

La vera sfida sta proprio nel bilanciare l’immediato con il lungo periodo: coloro che tendono a concentrarsi sul presente, su ciò che è comodo e facilmente accessibile, dovranno avere la lungimiranza di considerare le implicazioni delle loro scelte per il futuro.

Sostenibilità significa anche responsabilità sociale: noi cerchiamo costantemente di fare la nostra parte, anche collaborando con partner che condividano i nostri valori.


Anna

a cura di
Annamaria Cassani

ospite
Massimiliano Nardi
Nardi Mobili in Cartone S.R.L
Via Fossaloi 1/A – 31020 Falzè di Piave (TV)
info@mobiliincartone.it
T. +39 0438 842 156

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Nardi Mobili in Cartone S.R.L

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