Villa Romboli: dopo il declino, la rinascita.
a cura della Redazione
Delfina Design ha curato il progetto di interior che sottolinea la doppia anima della dimora storica pisana, rifugio sentimentale di una celebre coppia.
Villa Romboli, affacciata su Bocca d’Arno nel porto di Marina di Pisa, è una dimora storica in stile liberty la cui struttura risale ai primi anni del XIX secolo. Disabitata fin dalla Prima Guerra Mondiale, la villa era conosciuta dai residenti come “La casa delle rondini”. Questo nome fu scelto da Eleonora Duse che, nel corso del primo restauro, decise di preservare i nidi di rondine sulle travi del tetto. La dimora è nota anche per essere stata il rifugio di Gabriele D’Annunzio e della sua musa ispiratrice.
In accordo con la Soprintendenza, la villa è stata oggetto di un recente intervento di restauro, un progetto corale sostenuto da Marina Development Corporation: il ripristino dell’architettura è stato seguito dallo studio Pierattelli Architetture, mentre l’interior design porta la firma di Delfina Design, studio boutique con sede a Dubai e guidato dall’architetto italiano Delfina Cortese.
L’edificio attualmente ospita gli uffici vendite e una caffetteria per gli ospiti di Marina Development Corporation, una società immobiliare specializzata nella riqualificazione sostenibile di destinazioni turistiche legate ai principali porti del Mar Mediterraneo.
Per adattare la Villa alla sua nuova funzione, il progetto di riqualificazione ha mirato a creare un equilibrio tra gli elementi originali, il fascino storico-artistico dell’edificio e le moderne esigenze operative di un ambiente di lavoro contemporaneo e aperto al pubblico.
Villa Romboli, immersa in un ampio parco privato, si sviluppa su due livelli.
Al piano terra, con doppio affaccio verso l’esterno, si trovano le aree di accoglienza per i clienti, tra cui la reception, le sale d’attesa e un bar con lounge interno ed esterno. La realizzazione di aperture tra le diverse stanze ha permesso di ottenere un ambiente unico, senza interruzioni visive, dove il passaggio risulta fluido e naturale.
Al primo piano sono state preservate le pareti originali e la disposizione degli spazi, ideali per ospitare una sala riunioni, uffici privati e coworking, oltre a stanze di servizio.
Le pavimentazioni originali, le pareti affrescate e i soffitti, così come i portoni interni in legno, sono stati salvaguardati e restaurati – là dove possibile – data la precarietà delle condizioni in cui versavano.
Il progetto di interior design si fonde con l’architettura esistente, rispettandola e valorizzandola: Delfina Design ha operato in modo equilibrato, introducendo minimi “segni”, senza sovraccaricare la struttura originale che resta protagonista nel dialogo con il contesto ed i visitatori.
Secondo questa filosofia, alcune parti della pavimentazione replicano quelle storiche, con cementine dai classici formati esagonali e romboidali di fattura contemporanea.
L’illuminazione è stata progettata con cura, utilizzando elementi a parete per non compromettere le volte affrescate. Per la scala centrale sono stati scelti punti luce a gradino e sistemi a binario da pavimento a soffitto sono stati adottati per enfatizzare i dettagli architettonici senza la necessità di interventi murari.
Le pannellature freestanding, con rivestimento personalizzato in argilla e pattern decorativo astratto, si integrano con gli affreschi esistenti, creando quinte funzionali ideali per l’alloggiamento di schermi o mensole. Lo stesso rivestimento è stato utilizzato per le porte scorrevoli del piano terra che pur mantenendo l’unità degli ambienti, permettono una suddivisione flessibile.
Al primo livello, le porte a battente presentano un decoro geometrico minimalista in continuità stilistica con le decorazioni delle volte.
Gli ambienti sono arricchiti da dettagli pregiati ed il bancone della reception, in coppia con quello del bar, ne è un chiaro esempio: ricavato da un unico blocco di travertino, di 2,8 tonnellate, diviene il centro focale dello spazio che lo ospita.
Su progetto originale dell’architetto Delfina Cortese, la pietra è sagomata per inserirsi perfettamente nel layout e mantiene un lato grezzo che richiama il gemello atto alla preparazione e presentazione di cocktail e aperitivi della zona bar: due sculture imponenti in pietra che mantengono la propria individualità ma contemporaneamente si fondono con l’ambiente circostante.
Anche il bancone della caffetteria, costituito da due blocchi indipendenti e accostati, funzionali alle attività di preparazione e servizio, qualifica l’intero ambiente arricchito esclusivamente da un sistema di mensole a binari, dalla struttura essenziale, accostato alle pareti che ne costituiscono il fondale.
Poltroncine in tonalità chiara e coffee table in legno di noce completano l’interior e richiamano i dettagli lignei dei blocchi di travertino e i complementi d’arredo scelti per il lounge.
Il legno di noce e la pietra naturale, insieme alle finiture in argilla, divengono così il fil rouge che unisce i differenti ambienti, e definiscono la scelta contemporanea ma sofisticata dell’interior.
I servizi, presenti su entrambi i piani, giocano su volumi netti e geometrici, con la pietra locale Grigio di Pisa abbinata a quinte con rivestimento in argilla.
Il locale dispensa del primo e secondo livello replica l’impiego della pietra locale, qui a pavimento, e importanti armadiature a tutta altezza in legno di noce.
Al secondo piano, l’ampio tavolo riunioni e le scrivanie degli uffici sono proposti nella medesima essenza lignea, per una perfetta consonanza di materiali, tonalità e stile.
Commenta Delfina Cortese:
“Villa Romboli è un progetto stratificato, del passato che evolve, mantenendosi fedele a sé stesso, e incontra il futuro”.
Le aziende scelte per le forniture sono:
–Agape per gli accessori bagno;
–Gessi per sanitari e rubinetterie bar;
-Flexform, Poliform e Porada per gli arredi;
–Matteo Brioni per pannelli TV e scorrevoli;
–UniForm per tavoli riunione e arredi ufficio;
–Vaselli per i banconi bar e reception e lavabi bagno;
–Viabizzuno per l’illuminazione interna.
progetto
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