Ri cominciamo dai Sessanta1
Design,  Interviste

Ri-cominciamo dai Sessanta?

Un tuffo nel passato per comprendere meglio il presente: Francesco Lucchese ci racconta il nostro decennio pionieristico.

Protagonisti gli anni ‘60 del Novecento:  lo studio Lucchesedesign  in partnership  con Ghidini e Tecnomat ha

presentato, lo scorso 31 gennaio all’ADI Design Museum di Milano, l’evento “RE>DESIGN 1960-2023. Metamorfosi di una farfalla”.
L’occasione è stata la riedizione, con restyling, della maniglia Farfalla di Ghidini, prodotto storico ed icona negli anni ’60, ampiamente presente nelle abitazioni di quel periodo.

Ed è proprio a quel decennio che l’architetto e designer Francesco Lucchese, in collaborazione con l’architetto Eugenia Laghezza, ha dedicato il libro “Gli Anni ’60. Design Musica Arte Moda Cinema Grafica”, ufficialmente presentato nel corso dell’evento.
Racconta lo stesso LuccheseNon è un semplice libro di storia del design, ma un racconto della società e del costume italiano degli anni ’60 narrato attraverso i prodotti di design iconici di quegli anni ed i contestuali capolavori cinematografici, gli indimenticabili brani musicali, insieme alla moda e alla grafica pubblicitaria: tutte espressioni artistiche di una inconsapevole contaminazione reciproca”.

Nonostante “l’elevata densità di contenuti” il libro si legge in un soffio: numerosissimi sono i riferimenti, le citazioni, gli episodi e le suggestioni che ad ogni paragrafo invitano all’approfondimento (da tenere a portata di mano il telefonino per scansionare i 19 QR code che affiancano il testo e che rimandano a brani musicali e spezzoni di film pubblicati nel web).
I 18 capitoli scivolano l’uno nell’altro in un continuum narrativo che va ben oltre la semplice descrizione cronologica degli eventi che, invece, risultano concatenati in un ricercato rapporto causa/effetto di cui si indagano le origini a partire dal decennio precedente o in una contemporaneità d’oltre confine, nel mondo anglosassone.
Ne cito uno per tutti: “Coerentemente con le nuove abitudini di una società in movimento, la casa editrice Mondadori produsse la collana de “Gli Oscar”, classici tascabili da portare sempre con sé e da leggere durante i viaggi in treno, autobus, tram e metropolitana, il primo dei quali fu pubblicato il 27 aprile 1965” (pag. 71).

È difficile restituire un’immagine migliore di quella che Francesco Zurlo, Ph. D. e Preside della Scuola del Design del Politecnico di Milano, ha tratteggiato nell’incipit della sua schietta, onesta e circostanziata prefazione: “Questo libro è un caleidoscopio”.
Abbandonando le vesti di persona per formazione (e per passione) avvezza alla materia, da semplice lettrice affermo: “Questo libro è un regalo”, un regalo che gli Autori hanno fatto alla comunità allargata di professionisti del settore e non, boomers, generazioni X, Y, e Z, indistintamente.

E quando si riceve un regalo inaspettato, sono d’obbligo i ringraziamenti, tanto più necessari quanto più il dono risulta gradito.
Grazie agli Autori per averci dato un punto di partenza: un decennio che, da un lato ha raccolto le istanze di una società in ricostruzione dopo il secondo evento bellico mondiale e desiderosa di “modernità”, e, dall’altro, ha gettato un ponte sugli anni successivi in cui, in maniera imprevedibile, è andata scemando l’incondizionata fiducia in uno sviluppo economico che si credeva illimitato, fino ad arrivare “…al fenomeno di incertezza, volatilità, ambiguità, complessità che tutti noi viviamo oggi (pag. 5 della prefazione di F. Zurlo).
Grazie agli Autori per aver abilmente scansato la trappola di un possibile “effetto amarcord” sui lettori per i quali gli anni 60 hanno fatto da sfondo alla propria infanzia o giovinezza, fornendo invece chiavi di lettura dei fenomeni non immediatamente percepibili o, meglio, decifrabili, all’epoca stessa.
Grazie agli Autori per non aver cristallizzato in possibili definizioni la parola “design”, un concetto che si presenta ancora oggi con contorni labili e sfrangiati. È solo dopo aver superato i due terzi del libro e già indirettamente assaporatone il gusto che al lettore si pone dinnanzi l’espressione dall’ampio respiro contenuta nel capitolo 13:
“Il design italiano, inteso come pratica progettuale volta all’innovazione…”.

 

Per ultimo, un personalissimo grazie agli Autori per aver riportato in più punti del testo brani tratti dall’amatissimo Marcovaldo, un libro che raccoglie venti novelle scritte proprio in quel periodo da Italo Calvino ed erroneamente, a mio avviso, ritenuto un libro per ragazzi, proposto negli anni 70 nelle scuole medie inferiori come lettura complementare alle antologie.
Solo in età adulta, a mio parere, si può comprendere appieno la drammatica ironia dello scrittore che, con un linguaggio impeccabile, descrive le vicende di un povero manovale alle prese con la vita in una città -di cui non viene mai svelato il nome- che con il suo traffico veicolare, la sua cementificazione ed il fumo delle ciminiere, era diventata il paradigma della modernità.
Il testo, provvisto di codice Isbn e rintracciabile su internet, ha visto il contributo e la collaborazione di Tecnomat. Francesco Lucchese ha ringraziato Marco Ghidini, contitolare dell’azienda, che ha “creduto nel mio progetto e oggi nel processo di cambiamento che coinvolge anche il nostro modo di vedere il design e che ha “sentito” il libro come una testimonianza di un periodo storico straordinario”.

Si proseguirà con il decennio successivo? È un augurio per il gruppo di lavoro, anzi, una formale richiesta!


s f o g l i a l a g a l l e r i a

text
ANNAMARIA CASSANI

guest
FRANCESCO LUCCHESE
architetto
Via Schiaffino 25 – Milano, Italy
📞 +39 02 39325594
📩 lucchesedesignstudio@gmail.com

EUGENIA LAGHEZZA
architetto
Milano / Carovigno
📞
+39 3487681993
📩 info@laghezzarchitects.com

images courtesy
GHIDINI – LUCCHESEDESIGN

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