Villa Litta, Carpinata
Architettura,  Paesaggistica

Villa Visconti Borromeo Litta

a cura di Alessandra Corradini

Le sfrenatezze dell’acqua

Mettere insieme alcuni pezzi da novanta dell’architettura, della pittura, della decorazione e commissionare la trasformazione di un magazzino di stoccaggio di prodotti agricoli in lussuosa casa di campagna, adatta ad accogliere ospiti e feste. Dove sta la novità? In effetti è un’idea molto diffusa e contemporanea, oggi recuperiamo edifici costruiti con altre destinazioni d’uso e li convertiamo in residenze.

Pirro Visconti Borromeo, però, ha avuto questa idea ben prima di noi, a metà Cinquecento,

commissionando all’architetto Martino Bassi e al pittore Camillo Procaccini la trasformazione di una riposteria nella spettacolare Villa Visconti Borromeo Litta a Lainate, a nord di Milano.

Il conte vuole per sé e per i suoi ospiti di passaggio in città un fantastico luogo di divertimento sfrenato, in mezzo al verde lussureggiante.

Ha a disposizione denaro e terreni, si ispira alle ville medicee toscane, si affida ad artisti finissimi e riesce nel suo intento, costruendo il Palazzo delle Acque.

Ho visitato questo luogo, più noto come Ninfeo, e vorrei provare a lasciarvi almeno una piccola parte della mia suggestione.

Intanto il Palazzo delle Acque non è un palazzo, ma un complesso architettonico costituito da un succedersi di stanze delle meraviglie.

La planimetria, rigorosa e sobria, supporta la sfrenatezza della realizzazione e ci permette di percepire l’armonia degli spazi, anche tra le mille decorazioni a rotta di collo.

Ci muoviamo in ambienti ovattati, umidi, in penombra, passando attraverso grotte e anfratti, in cui la luce naturale entra come un colpo di scena.

La luce, in effetti, danza sull’acqua nei punti in cui affiora, danza su mosaici in ciottoli bianchi e neri, su stalattiti, incrostazioni, decorazioni in rilievo, decorazioni floreali, decorazioni geometriche, colonne, automi e statue ammiccanti.

Quando crediamo di avere osservato tutto, basta modificare il punto di vista per ritrovarci tra nuove decorazioni che, non so dirvi come, sono folli e rigorosamente simmetriche al tempo stesso.

Qui l’opera dell’uomo sembra senza limiti e infatti lo è.

Tutto è studiato per portarci ad un leggero stato d’ebbrezza e così procediamo impreparati verso gli zampilli d’acqua che ci arrivano addosso.

Ci divertiamo senza scampo, perché non vogliamo ripararci: altri zampilli, o meglio, altri stupendi giochi d’acqua ci continuano inesorabilmente a bagnare.

Sono certa che il conte, i progettisti, gli artisti, i fontanieri e tutte le maestranze si godano lo spettacolo, dandosi di gomito e ridendo di noi che ci ritroviamo confusi, bagnati e con il sorriso che abbonda sulla bocca.

Ci sono, in effetti, altri giochi d’acqua in giro per il mondo, ma questi sono i più pregiati,i più eleganti, i più divertenti e d’ispirazione per tutti gli altri.

Il progetto idraulico dell’ingegnere militare Agostino Ramelli ha sfruttato un semplice pozzo che è ancora lì, originale, a funzionare perfettamente.

Le follie del Ninfeo ci nascondono ogni studio tecnico e ogni progetto complesso, ma come potremmo accorgercene, visto che siamo adescati dalle illusioni ottiche

Nel Settecento si aggiunge al divertimento degli scherzi d’acqua quello delle sale da ballo, costruite nel Quarto Nuovo, l’edificio che chiude la corte d’ingresso.

Nello stesso periodo si avvia la sistemazione del parco, la costruzione della fontana di Galatea (foto fontana di Galatea) e la realizzazione di un’altra opera stupenda, la carpinata.

Viene realizzata quella che pare un’enorme siepe di Carpino, già bella di per sé, ma sappiamo che, da queste parti, l’asticella della bellezza è posta molto in alto.

Per cui la nostra carpinata lombarda (tipica grande siepe utilizzata spesso al nord Italia, anche in agricoltura per riparare dal vento le coltivazioni) qui viene piantata raddoppiando il filare, intrecciando i rami e conducendoli in modo da ottenere una volta. Così è possibile passeggiare all’interno di questo…siepone 3D: una galleria a U di quasi un chilometro (alta 4 metri e larga altrettanto) che sembra pensata oggi per regalarci ombra e frescura.

Credo che, visitando questa meraviglia naturale in autunno, quando le foglie trattenute dal Carpino diventano brune, si rischi la sindrome di Stendhal.

La carpinata, per nostra fortuna, è stata sottoposta ad un restauro nel 2008 con l’aggiunta di nuovi carpini, messi a dimora per riportarla al suo splendore.

Nell’Ottocento viene commissionata una sistemazione paesaggistica all’inglese di una porzione della tenuta; la progettazione è affidata all’architetto Luigi Canonica che, con il suo lavoro, sembra volerci dimostrare come la bellezza non sia una questione di moda del momento.

Che cosa c’è, infatti, di più elegante del giardino italiano formale (parterre, teatro di verzura, carpinata) accostato a quello naturalistico all’inglese (parco naturalistico, dislivelli, camminamenti sinuosi, grandi alberi e arbusti)?

In questo grande parco, dove ancora oggi possiamo vedere maestosi Cedri, Magnolie, Querce, Celtis e Ginko biloba, anche le serre hanno avuto un ruolo importante.

Visto che l’esotismo delle coltivazioni aumentava il prestigio del padrone di casa, nelle serre si trovavano agrumi, ananas, banani, caffè, palme, orchidee, e gardenie: un’offerta lussureggiante a disposizione degli ospiti.

Nel 2015, peraltro, sono state recuperate con un finanziamento due bellissime serre in ferro e vetro in stile Liberty la cui visita vale davvero la pena.

Villa Litta, a questo proposito, testimonia che compiere cinquecento anni non è un problema, se c’è la volontà di prendersi cura, conservare e addirittura migliorare l’esperienza della visita.

Il Comune ha acquistato il complesso nel 1971, ha iniziato negli anni Ottanta i restauri che si sono susseguiti fino agli anni Duemila e oggi possiamo lasciarci travolgere da tanta bellezza.

I giochi d’acqua meritano la prenotazione di una visita guidata che può essere effettuata sia di giorno che di sera, perché è stata messa a punto di recente una nuova illuminazione, studiata appositamente per vedere il Ninfeo al chiaro di luna.

La facciata che ci accoglie quando arriviamo alla villa è semplice e sobria, per cui non possiamo immaginare che all’interno si nasconda un luogo così raffinato e così divertente al tempo stesso.

Ho pensato, durante una mia visita, che forse per noi è difficile credere che storia, arte e cultura possano divertirci.

 Ho visto, infatti, parecchi adulti ritrarsi, cercando di evitare gli zampilli delle fontane per non bagnarsi, mentre i bambini erano impegnati a fare il contrario.

Io sto dalla parte dei bambini e vi suggerisco di rincorrere ogni fontana che vi possa sorprendere e di lasciarvi andare alle sfrenatezze dell’acqua.

Certo, se poi pensate di andare a passeggiare, ben inzuppati, nella stupefacente carpinata ombrosa, probabilmente vi verranno i brividi.

O forse avrete trovato il modo più rigenerante e contemporaneo per combattere queste nostre estati torride.


s f o g l i a l a g a l l e r i a

uno speciale ringraziamento a:
dr. Giuseppe Venuti
dell’ufficio stampa Villa Visconti Borromeo Litta – Lainate (MI)
Segreteria Associazione Amici di Villa Litta di Lainate  ONLUS
Villa Visconti Borromeo Litta
Largo Vittorio Veneto, 12 Lainate (MI)
📞 +39 02 9374282

immagini
Alessandra Corradini
Luca Torriani
Dario Fusaro
Claudio Lepri
BAMS photo Rodella


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